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Home » Politica

Il Pd pronto a mettere in campo Gualtieri a Roma, ma ora c’è l’incognita Zingaretti

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Il bar è uno di quelli dove si fanno gli incontri importanti, il Sant’Eustachio, situato sull’omonima piazza e a un passo dal Senato. In assenza dei turisti, che regolarmente popolavano il celebre bar prima che il morbo ci colpisse, si vedono solo giacche e cravatte degli uffici vicini. Tra queste spuntano in particolare quelle di tre persone: Bruno Astorre, senatore PD e segretario del partito nel Lazio, Andrea Casu, segretario del PD anche lui ma a Roma, e Roberto Gualtieri.

Se fossimo nel mondo del calcio, saremmo verosimilnente di fronte a due direttori sportivi che trattano per un campione che la sorte ha voluto rimanesse svincolato. Ma siamo nella politica, in una città – e in un partito – che ancora non sa chi candidare a sindaco di Roma e si trova libero un pezzo da novanta che fino a poco fa era ministro dell’Economia del governo Conte II. La candidatura sul piatto c’è, e i dem romani hanno visto segnali positivi intorno a Gualtieri.

I tre parlano, ma verosimilmente non sanno che nel pomeriggio sul loro partito sarà sganciata la bomba atomica delle dimissioni di Nicola Zingaretti dalla segreteria. Vuole fare il sindaco di Roma, dicono alcuni. Voci messe in giro da chi non lo vorrebbe più segretario, dicono a TPI fonti del PD della capitale.

La morale è che il partito si trova con un grande punto interrogativo, un ex ministro dell’Economia cui ha chiesto una disponibilità per il Campidoglio e un segretario dimissionario che non è chiaro come si stia muovendo, se davvero sta facendo un passo indietro, se sta cercando una riconferma dai pezzi grossi del partito o se è alla ricerca di un nuovo incarico. Come quello di sindaco di Roma, una possibilità che alcuni hanno preso in considerazione.
Le prime dichiarazioni che arrivano dal mondo del PD sono atti di fedeltà verso il segretario: il momento storico e politico è complesso, c’è un emergenza sanitaria e in Italia si è appena formato un governo di unità nazionale. Le amministrative, originariamente in programma per primavera, si svolgeranno in autunno, lasciando tra le altre cose ai partiti più tempo per le loro scelte. Se non si possono svolgere regolarmente le elezioni, è difficile immaginare un congresso di partito.

L’assemblea nazionale del PD, in programma per il 13 e 14 marzo, porterà al pettine tutti i nodi. Nel frattempo, le grandi manovre in casa Dem, per il Nazareno come per il Campidoglio, sono appena iniziate.

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