Caso Gregoretti, Salvini: “Al processo mi dichiarerò colpevole di amare il mio Paese e i miei figli”
La prima udienza del processo a Matteo Salvini per il caso Gregoretti è fissata per il 3 ottobre presso il Tribunale di Catania. In diverse occasioni il leader leghista ha fatto sapere di essere pronto ad affrontare i giudici e di non essersi pentito delle decisioni prese.
Idee ribadite anche durante un comizio elettorale tenutosi in quel di Pisa, in vista delle regionali: “Fra quindici giorni al processo di Catania, quando mi chiederanno se mi dichiaro colpevole o innocente di aver bloccato lo sbarco di 131 immigrati in attesa che l’Europa si svegliasse, mi dichiarerò colpevole. Nel nome del popolo italiano mi dichiarerò orgogliosamente colpevole di amare il mio Paese e di amare i miei e i nostri figli”, ha detto Salvini che ha poi aggiunto: “Andrò a processo non per rispondere dell’accusa di omicidio ma di sequestro di persona. E mi dichiarerò colpevole di aver aiutato il mio popolo che mi ha eletto per difendere la mia nazione”.
Il reato contestato al leader del Carroccio per il caso Gregoretti è quello di “sequestro di persona” relativamente ai fatti di luglio 2018 quando, in qualità di ministro dell’Interno, impedì lo sbarco di 116 persone tratte in salvo nel Mediterraneo centrale dalla nave della Marina militare Gregoretti per tre giorni.
La norma dietro tutto questo è la legge Severino del 2012, che prevede una condizione imprescindibile per candidarsi: avere una fedina penale pulita, senza condanne che superino i due anni di pena. Qualora la condanna avvenga durante una carica, la decadenza è immediata. Un esempio dell’applicazione di questa legge? 2013, quando Berlusconi fu condannato per il caso Mediaset e fu costretto a lasciare la carica di Senatore.
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