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Home » Politica

Green pass, consigliere comunale della Lega a Firenze: “Cominciò così anche lo sterminio degli ebrei”

Immagine di copertina
Credit: Andrea Asciuti/Facebook

Green pass? “Cominciò così anche lo sterminio degli ebrei“. Il folle paragone del consigliere comunale della Lega a Firenze, Andrea Asciuti, è contenuto in una dichiarazione alla stampa pubblicata sul sito-web del capoluogo toscano, in cui il politico ribadisce la propria contrarietà al vaccino anti-Covid e promette battaglia: “Le tenebre non hanno ancora vinto”.

La nota prende il via da una riflessione di Primo Levi: “Non iniziò con le camere a gas. Non iniziò con i forni crematori. Non iniziò con i campi di concentramento e di sterminio. Iniziò con i politici che dividevano le persone tra ‘noi’ e ‘loro’. Iniziò con i discorsi di odio e di intolleranza, nelle piazze e attraverso i mezzi di comunicazione”.

E, secondo Asciuti, “è proprio quello che sta accadendo, quello che si sta ripetendo” con il Green pass, reso obbligatorio dal governo per accedere a determinati locali e attività col proposito di frenare la pandemia di Covid-19. “Ormai è ufficiale, dopo un anno e mezzo di imposizioni assurde, dopo un periodo in cui i Governi hanno calpestato i più elementari diritti dei cittadini – garantiti dal Diritto Naturale e dalla Costituzione – lo Stato di diritto è stato ufficialmente cancellato il 22 luglio, una data che resterà nerissima nella Storia d’Italia con l’obbligo del Green Pass che ha, di fatto, instaurato un governo autoritario“.

Prima di elencare una serie di dichiarazioni da parte del virologo Roberto Burioni e dei giornalisti Andrea Scanzi, David Parenzo e Lucia Annunziata che, secondo il consigliere comunale leghista, proverebbero il “clima d’odio colpevolmente instaurato” in Italia, Asciuti si lascia andare a un annuncio: “Contro queste falsità e malvagità io ribadisco il mio NO al Vaccino“.

“Contro il clima di odio che hanno colpevolmente instaurato, io mi dichiaro rispettoso delle scelte degli altri e vorrei domandare altrettanto rispetto per la mia scelta; libertà per tutti, rispetto per tutti”, ha proseguito il politico fiorentino, dimenticando che la campagna vaccinale e l’immunizzazione dal virus della quota più elevata possibile della popolazione mira esattamente a proteggere l’intera comunità.

Il consigliere comunale leghista è comunque fiducioso nella determinazione di una parte della popolazione a contrastare le politiche adottate dal Governo Draghi in materia di Green pass e vaccini. “Ci sono italiani che mantengono accesa la luce della Civiltà, come dimostra l’ultima citazione, un testo appena pubblicato da due filosofi italiani conosciuti e stimati, autorevoli anche presso quella Sinistra che più spinge per l’imposizione della Religione del Vaccino”, ha scritto Asciuti riferendosi a Giorgio Agamben e Massimo Cacciari, autori di un intervento molto criticato – anche dal ministro Renato Brunetta – pubblicato dall’Istituto italiano degli studi filosofici di Napoli.

Di seguito, il testo integrale del comunicato del consigliere leghista pubblicato inizialmente su Facebook, dove è stato rimosso per aver violato le regole del social network in materia di “disinformazione“, e ora disponibile sul sito-web del comune di Firenze:

“Vorrei iniziare con una citazione che è circolata in questi giorni, si tratta di un testo dello scrittore ebreo Primo Levi, sopravvissuto al Lager di Auschwitz:

«Non iniziò con le camere a gas. Non iniziò con i forni crematori. Non iniziò con i campi di concentramento e di sterminio. […] Iniziò con i politici che dividevano le persone tra “noi” e “loro”. Iniziò con i discorsi di odio e di intolleranza, nelle piazze e attraverso i mezzi di comunicazione. Iniziò con promesse e propaganda, volte solo all’aumento del consenso. Iniziò con le leggi che distinguevano le persone […] Iniziò con i bambini espulsi da scuola […] Iniziò quando la gente smise di preoccuparsene, quando la gente divenne insensibile, obbediente e cieca, con la convinzione che tutto questo fosse normale.»

Vengono i brividi, perché è proprio quello che sta accadendo, quello che si sta ripetendo. Ormai è ufficiale, dopo un anno e mezzo di imposizioni assurde, dopo un periodo in cui i Governi hanno calpestato i più elementari diritti dei cittadini – garantiti dal Diritto Naturale e dalla Costituzione – lo Stato di diritto è stato ufficialmente cancellato il 22 luglio, una data che resterà nerissima nella Storia d’Italia con l’obbligo del Green Pass che ha, di fatto, instaurato un governo autoritario. Per la prima volta dopo la seconda guerra mondiale le discriminazioni sono istituite per Legge e lo Stato di diritto viene sepolto dai DPCM e dai decreti legge. Un solo Pensiero è ammesso, tutto il resto viene censurato, criminalizzato e punito. La maggioranza del popolo, purtroppo, si è fatta ipnotizzare dalla propaganda che ha manipolato la Realtà e fatto credere che le ordinanze autoritarie fossero l’unico sistema per uscire dalla crisi.

Contro queste falsità e malvagità io ribadisco il mio NO al Vaccino e mi permetto di elencare, sommariamente, i tanti motivi che portano ad una tale scelta, consapevole e libera.

Contro il clima di odio che hanno colpevolmente instaurato, io mi dichiaro rispettoso delle scelte degli altri e vorrei domandare altrettanto rispetto per la mia scelta; libertà per tutti, rispetto per tutti.

In primo luogo mi oppongo perché lo Stato non è padrone del mio corpo e quindi non può trattarmi come una cavia per un vaccino, che in realtà è una terapia genica sperimentale. Mi oppongo perché il vaccino non interrompe l’infezione, io potrei comunque ammalarmi e potrei comunque infettare gli altri. Mi oppongo perché, come è scritto nei libri di Medicina, non si fanno vaccinazioni di massa durante un’epidemia, altrimenti il vaccino seleziona e moltiplica le varianti. Mi oppongo perché i tamponi hanno un margine altissimo di errore e quindi non permettono di valutare le reali statistiche sul virus. Mi oppongo perché in Italia non si fa farmacovigilanza attiva. Mi oppongo perché faccio prevenzione primaria e perché so che esistono cure sicure e che posso essere assistito da quei bravi medici che vanno oltre i protocolli governativi. Mi oppongo perché già si constatano numerosissimi effetti collaterali immediati, molti gravi, fino alla morte. Mi oppongo perché non si conoscono gli effetti avversi a medio e lungo termine. Mi oppongo perché le Case Farmaceutiche non si assumono alcuna responsabilità, in altre parole sono le prime a non credere alla sicurezza del loro prodotto. Mi oppongo perché nessun farmaco a mRNA era mai stato autorizzato e perché è molto rischioso che nel mio corpo venga iniettato questo vaccino innovativo. Mi oppongo perché, senza saperlo, potrei essere già immune. Mi oppongo perché lo Stato non mi fornisce le informazioni che, secondo la Legge, dovrei avere per compiere una scelta consapevole e libera. Mi oppongo perché i vaccini distribuiti in Italia sono realizzati utilizzando, in sede di test e/o di coltura, linee cellulari ricavate da feti abortiti. Mi oppongo perché il Vaccino non è solamente una questione medico-sanitaria, il Vaccino è soprattutto una questione politica, è il simbolo della sottomissione al potere politico che, in modo dispotico, tutti vuole dominare.

E potrei continuare… la mia posizione non può essere liquidata con l’etichetta sbrigativa “no vax”. Pur in modo sintetico mi sono sforzato di esporre la mia posizione in modo documentato ed argomentato; spero di ricevere risposte ragionate e non solamente insulti urlati con tutto l’odio possibile.

L’odio fuori controllo – di cui ho parlato nel’ultimo Consiglio Comunale – si basa su un’opera sistematica di disinformazione che procede dall’inizio dell’anno scorso. Di questo clima oscuro potrei dare infinite prove, mi limiterò ad una breve antologia dell’orrore.

Roberto Burioni, virologo, in un tweet: “no-vax […] dal 5 agosto, saranno agli arresti domiciliari chiusi in casa come dei sorci”

Andrea Scanzi, giornalista, in un tweet da lui rilanciato: riferito ai no-vax, “mi preparerei 20 kg di popcorn e 10 casse di birra e mi godrei lo spettacolo di vedervi morire come mosche”

David Parenzo, giornalista, alla radio: “ti auguro che il rider di Bologna porti le cose a casa dei no vax e gli sputi sopra”

Lucia Annunziata, giornalista, alla televisione: “Io penso che lo Stato prima o poi dovrà prendere per il collo alcune persone per farle vaccinare”

Ma le tenebre non hanno ancora vinto, ci sono italiani che mantengono accesa la luce della Civiltà, come dimostra l’ultima citazione, un testo appena pubblicato da due filosofi italiani conosciuti e stimati, autorevoli anche presso quella Sinistra che più spinge per l’imposizione della Religione del Vaccino.

«La discriminazione di una categoria di persone, che diventano automaticamente cittadini di serie B, è di per sé un fatto gravissimo, le cui conseguenze possono essere drammatiche per la vita democratica. Lo si sta affrontando, con il cosiddetto green pass, con inconsapevole leggerezza. Ogni regime dispotico ha sempre operato attraverso pratiche di discriminazione, all’inizio magari contenute e poi dilaganti. Non a caso in Cina dichiarano di voler continuare con tracciamenti e controlli anche al termine della pandemia. E varrà la pena ricordare il “passaporto interno” che per ogni spostamento dovevano esibire alle autorità i cittadini dell’Unione Sovietica. Quando poi un esponente politico giunge a rivolgersi a chi non si vaccina usando un gergo fascista come “li purgheremo con il green pass” c’è davvero da temere di essere già oltre ogni garanzia costituzionale. Guai se il vaccino si trasforma in una sorta di simbolo politico-religioso. Ciò non solo rappresenterebbe una deriva anti-democratica intollerabile, ma contrasterebbe con la stessa evidenza scientifica. […] Tutti sono minacciati da pratiche discriminatorie. Paradossalmente, quelli “abilitati” dal green pass più ancora dei non vaccinati (che una propaganda di regime vorrebbe far passare per “nemici della scienza” e magari fautori di pratiche magiche), dal momento che tutti i loro movimenti verrebbero controllati e mai si potrebbe venire a sapere come e da chi. Il bisogno di discriminare è antico come la società, e certamente era già presente anche nella nostra, ma il renderlo oggi legge è qualcosa che la coscienza democratica non può accettare e contro cui deve subito reagire». (Giorgio Agamben e Massimo Cacciari)

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