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Home » Politica

Governo, ecco quando il premier incaricato Conte andrà al Quirinale da Mattarella per sciogliere la riserva

Immagine di copertina
Foto dall'account Twitter del Quirinale: Conte e Mattarella il 29 agosto

La road map verso il nuovo esecutivo M5S-Pd

Governo, quando Conte va al Quirinale

Si avvicina la nascita del governo Conte 2: dopo il voto degli iscritti M5S sulla piattaforma Rousseau che ha dato il via libera a un accordo con il Pd, il premier incaricato potrebbe salire al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella già nella giornata di domani, mercoledì 4 settembre 2019.

Secondo un’ipotesi che circola in questi minuti, diffusa da fonti parlamentari, il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte potrebbe recarsi nella mattinata di domani al Colle per presentare la squadra dei ministri del suo governo al capo dello Stato e sciogliere la riserva. Ma va precisato che al momento mancano ancora conferme ufficiali, e che prosegue in queste ore il lavoro per comporre la squadra di governo.

I partiti si attendono che la nottata di lavoro sciolga ogni nodo e che il premier incaricato Conte possa recarsi dal presidente Mattarella già in mattinata. A quel punto, come spiegato dalle stesse fonti parlamentari, il nuovo governo potrebbe giurare in serata o, più probabilmente, giovedì.

Cosa succede dopo

Ma cosa succede dopo l’incontro tra Conte e Mattarella? Ecco la road map verso la nascita di un nuovo governo Conte.

Dopo il voto degli iscritti al M5S sulla piattaforma online Rousseau che ha dato il via libera al governo sostenuto da Movimento 5 Stelle e Pd (qui tutti i risultati), la strada verso il nuovo esecutivo è diventata molto più agevole. Il presidente del Consiglio incaricato aveva ricevuto il mandato a formare un nuovo governo lo scorso 29 agosto, al termine del secondo giro di consultazioni di Mattarella al Quirinale.

conte quirinale
Immagine: screenshot dall’account del Quirinale, Conte e Mattarella il 29 agosto

Una volta sciolta la riserva, Conte dovrà presentare la sua lista dei ministri del futuro esecutivo, a cui ha lavorato in questi giorni. Il Capo dello Stato può comunque far valere la sua “moral suasion” nel caso in cui vi fosse un ministro scelto dal premier e non ritenuto idoneo a ricoprire il ruolo, per motivi che possono essere di opportunità politica e non solo.

Si tratta proprio di quanto accaduto al momento della nascita del primo governo Conte, quando fu proposto l’economista Paolo Savona al ministero dell’Economia.

Lo step seguente sarà poi quello dell’emanazione, da parte del capo dello Stato, di tre decreti: quello di nomina del presidente del Consiglio (controfirmato dal premier nominato), quello di nomina dei singoli ministri (controfirmato dal presidente del Consiglio), e quello di accettazione delle dimissioni del Governo uscente.

L’articolo 92 della Costituzione disciplina la formazione del Governo con una formula semplice: “Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri”.

Dopo i decreti, dunque, Conte e i ministri dovranno prestare giuramento secondo la formula rituale indicata dall’articolo 1, comma 3, della legge n. 400/88 nelle mani del capo dello Stato.

Entro dieci giorni dal decreto di nomina, il Governo deve poi recarsi davanti a ciascuna Camera, sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica, per ottenere il voto di fiducia.

Il voto dev’essere motivato dai gruppi parlamentari ed avvenire per appello nominale, al fine di impegnare direttamente deputati e senatori nella responsabilità di tale concessione di fronte all’elettorato.

Il governo Conte 2 potrebbe giurare già nella serata di domani, mercoledì 4, oppure giovedì 5 settembre. Ma anche in questo caso si attendono conferme.

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