Governo, si delinea il programma Draghi: i cinque punti per far ripartire l’Italia
Mario Draghi ha illustrato ai partiti il programma del governo nel secondo giro di consultazioni iniziato ieri a Montecitorio con le componenti dei gruppi Misti di Camera e Senato e con le Autonomie. Oggi, altra giornata densa dalle11 alle 17.15. I primi a sedersi di nuovo al tavolo con Draghi saranno i cosiddetti ‘responsabili’, il gruppo di Europeisti-Maie-Centro democratico nato al Senato dopo le dimissioni di Conte. Poi Leu, Italia viva, Fratelli d’Italia, Pd, Forza Italia, Lega e M5s. A questo punto, il quadro dovrebbe essere chiaro. C’è chi scommette che la riserva potrebbe essere sciolta domani, mercoledì, dopo l’incontro con le parti sociali.
In attesa di capire il profilo che l’ex governatore Bce intende dare alla sua squadra appaiono molto chiari i temi su cui il presidente del Consiglio incaricato lavorerà con l’obiettivo di “far uscire l’Italia dalla depressione psicologica ed economica”.
Il primo grande intervento sarà accelerare sul piano dei vaccini. “Si parla di brevissimo termine. Predisporre un piano di vaccinazione efficace è fondamentale per il Paese sia perché mette in sicurezza la dimensione sanitaria sia perché riduce il livello di incertezza dell’economia”, afferma al Corriere Giuliano Noci, economista e docente di Strategia alla School of Management del Politecnico di Milano. Una volta che la popolazione sarà vaccinata ripartiranno i settori maggiormente intaccati dal lockdown e dal timore del contagio: dalla ristorazione al turismo.
Tra i punti essenziali la scuola. Draghi considera una priorità “l’oggettivo disagio degli studenti sia a livello di apprendimento che a livello psicologico”, riferiscono i deputati che oggi lo hanno incontrato. Draghi ha fatto capire che è possibile un prolungamento delle lezioni scolastiche oltre i termini previsti, forse fino a fine giugno, secondo quanto riferito da alcune fonti parlamentari al termine dei colloqui. Il premier incaricato avrebbe inoltre centrato l’attenzione anche sulle 10mila cattedre vacanti, evidenziando la necessità di trovare una soluzione al più presto, con l’assunzione di nuovi docenti. Per Draghi, sarebbe necessario lavorare da subito affinché a settembre tutte le cattedre siano assegnate e i docenti siano a scuola dal primo giorno del nuovo anno scolastico.
Altro pilastro sarà il lavoro, da creare attraverso turismo (su cui, viene riferito, ha dato la garanzia che interverrà con forza) e le infrastrutture. Quindi il capitolo imprese: il premier incaricato, ha raccontato sempre Schullian, ha detto che “bisogna evitare di erogare contributi a fondo perduto ma bisogna finanziare le imprese per consentire a loro di poter riprendere l’attività una volta superata la crisi”.
Centrale nell’agenda l’ambiente che “innerverà” tutti gli ambiti di investimenti, nell’ottica di una “riconversione ambientale” del sistema produttivo.
A tutti Draghi ha premesso che il suo governo guarderà all’alleanza atlantica e avrà un profilo europeista. Non solo perché per uno con la sua storia non potrebbe essere altrimenti. “Quando parla di europeismo – ha riferito Riccardo Nencini, Psi – parla anche di una sfida, mette sul tavolo il bilancio comune europeo”. E all’Europa che da tempo le chiede all’Italia guardano le tre riforme che Draghi intende portare a termine: la riforma della Pubblica amministrazione innanzitutto. Poi la riforma del fisco anche se, è convinto Bruno Tabacci, “non si andrà nella direzione della flat tax” tanto cara a Matteo Salvini bensì di “una riforma organica”. La riforma della giustizia civile.
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