Governo Pd-M5s, i ministri: la lista del Conte bis è quasi pronta
Ultime ore di trattative sulle "poltrone", poi domani, 4 settembre, Conte potrebbe salire al Quirinale
Governo Pd M5s, i ministri: Conte domani al Quirinale
La lista dei ministri del nuovo governo Pd-M5s è praticamente ormai pronta. Ottenuto il via libera dagli iscritti del M5s, con il voto positivo del 79 per cento dei votanti sulla piattaforma Rousseau, e incassato l’ok al programma dal capo politico pentastellato Luigi Di Maio e dal segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti, Giuseppe Conte è pronto a salire al Quirinale. Il presidente del Consiglio incaricato, che aveva accettato con riserva, incontrerà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e gli comunicherà di essere riuscito a formare una squadra di governo che potrebbe conquistare una maggioranza in Parlamento.
Conte potrebbe recarsi già nella mattinata di domani, 4 settembre, al Quirinale per sciogliere la riserva. È quanto trapela da fonti parlamentari. Mancano ancora conferme ufficiali, dal momento che prosegue in queste ore il lavoro tra le due forze politiche per sistemare le diverse caselle. Ma dai partiti ci si attende che la nottata di lavoro sciolga ogni nodo e Conte possa recarsi dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al più presto domani mattina. A quel punto – secondo le stesse fonti – il nuovo governo potrebbe giurare in serata o, più probabilmente, giovedì.
E intanto impazza il “totoministri”, nonostante tutti i leader siano abbottonati. Sulle “poltrone” si è discusso molto in questi giorni di trattative. Sui nomi da scegliere si sono giocate delicate partite sugli equilibri. Tanto che sembra ormai certo che Pd e M5s siano orientati a rinunciare alla figura del vicepremier. Ai vertici di governo, quando dovrà mediare tra i partiti, Conte troverà Luigi Di Maio e Dario Franceschini, “capo delegazione” del Pd. Il leader pentastellato Luigi Di Maio povrebbe andare alla Farnesina, da ministro degli Esteri, mentre il Dem Dario Franceschini dovrebbe avere la delega alla Difesa.
Cruciale diventa anche il ruolo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che andrà al M5s. Il nome più quotato è attualmente quello di Vincenzo Spadafora del M5s. In pole con lui anche Roberto Chieppa, attuale segretario generale di Palazzo Chigi, e il deputato Riccardo Fraccaro.
La lista dei ministeri e il totonomi
Altro incarico cruciale, soprattutto in vista di una delicata e complicata legge di Bilancio, è quello dell’Economia. Il premier incaricato è consapevole dell’attenzione con cui il presidente della Repubblica esaminerà la lista dei suoi ministri, soprattutto nelle caselle cruciali per l’economia e le relazioni internazionali: Tesoro, Viminale, Difesa, Esteri.
Il “cappello” sul Ministero di XX settembre dovrebbe essere del Pd. Il nome dell’economista Carlo Cottarelli era in auge fino a ieri sera, quando ha addirittura annullato un evento di cui era protagonista perché coinvolto nelle trattative per la formazione del nuovo governo Pd M5s. Ma si fa largo adesso il nome di Dario Scannapieco, 52 anni, vicepresidente della Bei. Resta ancora in corsa Daniele Franco, vicedirettore generale di Bankitalia.
La prima “emergenza” del governo è scrivere Def e legge di bilancio, senza avere neanche il tempo di carburare. Serve perciò una personalità in grado di dialogare da subito con l’Europa, in stretto contatto con Farnesina e Palazzo Chigi, per ottenere i possibili spazi di bilancio tenendo in ordine i conti.
Smentite le voci che indicavano Luigi Di Maio in corsa per al Viminale, l’opzione più accreditata è adesso quella di un tecnico. E potrebbe essere l’ex prefetto di Milano e consigliere di Stato Luciana Lamorgese o l’attuale capo della Polizia Franco Gabrielli.
Proprio l’attuale vicepremier Luigi Di Maio sembra invece in corsa per il Ministero della Difesa, se non dovesse essere riconfermata Elisabetta Trenta e se non dovesse essere invece assegnato alla Farnesina. Al Ministero per lo sviluppo economico, lasciato libero da Di Maio, potrebbe arrivare Paola De Micheli, 46 anni, ex sottosegretaria di Gentiloni e attuale vicesegretaria del Pd.
Alla Farnesina potrebbe essere riconfermato l’attuale ministro Enzo Moavero Milanesi, soprattutto dopo che è tramontata l’idea del dem Andrea Orlando. E sempre che il posto non vada al leader M5s Di Maio.
Alla Giustizia dovrebbe restare Alfonso Bonafede del M5s per portare avanti l’auspicata riforma della giustizia, punto importante del programma del governo Pd e M5s.
Al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è ormai certa la sostituzione del ministro Danilo Toninelli, molto osteggiato nel primo governo Conte. Al suo posto potrebbe arrivare Stefano Patuanelli, capogruppo del M5s in Senato.
Via Alberto Bonisoli, del M5s, ai Beni culturali potrebbe tornare il dem Dario Franceschini.
Maurizio Martina, ex segretario dem, potrebbe ottenere il ministero dei Rapporti con il Parlamento, oppure potrebbe tornare all’Agricoltura. In quest’ultimo Ministero, se non si dovesse realizzare il ritorno di Martina, potrebbe andare Anna Ascani, della corrente renziana del PD.
Grande attenzione c’è infatti alle mosse di Matteo Renzi, che storce il naso all’idea di Di Maio alla Farnesina e va ripetendo che se il governo non sarà “di qualità” i suoi daranno una mano da fuori “secondo una formula del governo amico”. La richiesta dei renziani è, su una delegazione di otto, avere tre ministeri (Guerini, Rosato, Bellanova, Ascani, i nomi in partita). Ma l’ex premier sarebbe pronto fino all’ultimo alle mani libere.
Lorenzo Guerini (Pd) è candidato sia per la Difesa, ma più probabilmente sarà designato per gli Affari regionali.