Salvini: “Non prendo ordini da nessuno, neanche da Conte”
governo news Salvini Conte ordini | Neanche Conte può darmi ordini: è Matteo Salvini a dichiararlo durante una diretta Facebook in cui ha affrontato diversi temi, rispondendo anche a chi, come Beppe Grillo, lo aveva duramente criticato nelle ore precedenti.
Partendo dalla questione Sea Watch (qui gli aggiornamenti), il ministro dell’Interno ha ribadito la sua indisponibilità ad aprire i porti, dichiarando: “Nessun ministro e neanche il presidente del Consiglio pensi di ordinare a me di far arrivare le navi con i migranti in Italia. Se qualcuno pensa di riaprire i porti ha trovato il ministro e il partito politico sbagliato”.
Il segretario della Lega ha poi aggiunto: “Mi assumo totalmente la responsabilità del blocco dell’immigrazione clandestina insieme al governo. A meno che qualcuno – ha aggiunto – non abbia cambiato idea”.
A Beppe Grillo, che in un’intervista pubblicata oggi ha detto “Manderei Salvini a lavorare a calci al Viminale”, il vicepremier ha risposto: “Amico mio. I risultati dicono che sto facendo bene il mio lavoro. Vieni tu a fare il ministro dell’Interno per una settimana e vediamo cosa fai”.
Al Movimento 5 Stelle, invece, Salvini lancia un monito: “Lasciate lavorare la Lega e smettetela con tutta questa serie di no”. Su questo punto è stata immediata la replica dei pentastellati che in una nota hanno dichiarato: “Salvini mente sulla storia dei “no” dei Cinque Stelle. Il 90% dei provvedimenti di questo governo sono a firma del Movimento mentre tutti sanno che Salvini passa più tempo nelle piazze ed è un desaparecido nel suo ministero”.
Sugli arresti di ieri, che hanno coinvolto il sindaco leghista di Legnano, il vicepremier ha affermato: “Non possiamo avere la presunzione di colpevolezza. Se qualcuno sbaglia paga, ma non possiamo partire dalla presunzione di colpa”, ribadendo la piena fiducia nei magistrati.
Infine, una chiosa sulle prossime elezioni europee che, secondo Salvini sono “Un referendum tra la vita e la morte, tra il lavoro e la precarietà a vita, tra Italia e Europa dei banchieri e finanziari, tra un paese libero e un continenti con quartieri in mano a estremisti islamici”.