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Governo, per la prima volta in 10 anni niente conferenza stampa sul Def: Meloni in fuga dai giornalisti?

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Governo, per la prima volta in 10 anni niente conferenza stampa sul Def: Meloni in fuga dai giornalisti?

Che fine hanno fatto le conferenze stampa di Giorgia Meloni? Da quella tenuta a Cutro, dopo il naufragio in cui hanno perso la vita più di 90 migranti, la presidente del Consiglio non ha più parlato con i giornalisti nonostante gli importanti provvedimenti approvati dal suo governo.

Anche i ministri sono sempre meno disponibili a rispondere alle domande della stampa. Secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano, le conferenze stampa dopo il consiglio dei ministri sono ormai ridotte al minimo e per tre volte nell’ultimo mese non sono state proprio fissate. Per la prima volta dal 2013, quando il Documento di economia e finanza è stato introdotto, il governo non ha tenuto una conferenza stampa dopo il via libera. L’approvazione del testo, arrivata nella riunione dello scorso 11 aprile, si è accompagnata al varo di altre misure, come un nuovo taglio al cuneo fiscale, con l’obiettivo esplicito di puntare alla “moderazione della crescita salariale” per contenere l’inflazione, la dichiarazione d’emergenza per la questione migranti e il via libera alla norma che inasprisce le sanzioni per le azioni dimostrative degli ecologisti. A commentarle è stato il solo Gennaro Sangiuliano che ha risposto ad alcune domande dei cronisti di fronte Palazzo Chigi, mentre Meloni si è affidata ai video pubblicati sui social.

Anche la scorsa settimana, l’approvazione del decreto Siccità non è stata accompagnata da una conferenza stampa, mentre il 28 marzo a rispondere alle domande dei giornalisti del nuovo codice degli appalti erano stato solo il ministro della Salute, Orazio Schillaci, e il titolare dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ha risposto alle domande sulla produzione del cibo sintetico rifiutandosi di parlare dell’approvazione del nuovo codice degli Appalti, decreto Bollette e rinvio del ddl Concorrenza (“Non siamo tuttologi”).

In totale, secondo il quotidiano diretto da Marco Travaglio, su 28 riunioni del consiglio dei ministri sono solo cinque le conferenze stampa a cui ha partecipato la presidente del Consiglio. In ogni caso si è fatta accompagnare da almeno quattro tra ministri e sottosegretari, riducendo così il tempo per le domande al capo del governo. Un cambio di passo netto rispetto ai predecessori Giuseppe Conte e Mario Draghi, ben più aperti al confronto con la stampa. In particolare, Il Fatto individua un punto di rottura nella conferenza stampa del 22 novembre, quando ha accusato i cronisti di essere stati “assertivi” e di non essere stati “coraggiosi” in altre circostanze. A inizio dicembre Meloni ha lanciato “Gli appunti di Giorgia”, una serie di video pubblicati sui social con cui la premier discute i temi affrontati dal governo. Da quel momento Meloni è risultata assente da nove appuntamenti con la stampa dopo altrettanti attività di governo ed è riapparsa solo per la rituale conferenza stampa di fine anno. Domande evitate anche in occasione delle visite del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, del premier olandese Mark Rutte e di quello spagnolo Pedro Sanchez, mentre in occasione del vertice del Consiglio europeo a Bruxelles Meloni ha scelto di evitare le più ordinate conferenze stampa a vantaggio delle cosiddette “tonnare” di cronisti.

Per la comunicazione della premier un’ulteriore svolta è stata segnata dall’arrivo di Mario Sechi alla guida dell’ufficio stampa di Palazzo Chigi. Da allora, la prima e finora unica conferenza stampa tenuta da Meloni è stata proprio quella di Cutro, da molti considerata “disastrosa”, con la premier finita a fare domande ai giornalisti (“Qualcuno pensa davvero che il governo o le istituzioni italiane non hanno fatto qualcosa che avrebbero potuto fare?”) e a promettere di inseguire gli scafisti “lungo tutto il globo terracqueo”.

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