Draghi sempre più indebolito: così Mattarella tenta di tutelare il governo
Mentre infuria la guerra in Ucraina i partiti si appellano a “Super Mario”. «Ci vuole un colpo» dei suoi, spiegava l’azzurro Valentino Valentini durante il question time dei giorni scorsi nel quale emergeva chiaramente la spinta di tutte le forze politiche affinché si mettessero a terra subito misure a sostegno delle famiglie e delle imprese. La preoccupazione dei partiti è che nel giro di poche settimane ci possano essere manifestazioni di piazza da parte di cittadini in difficoltà. La richiesta, quindi, è di agire subito contro il caro bollette e il caro carburante, di chiedere all’Europa di allargare le maglie sulle regole.
Però Mario Draghi ha un problema e non riguarda solamente la sua maggioranza di governo ma anche i rapporti internazionali che ha intessuto in tutti questi anni. Già, perché da un po’ di tempo a questa parte viene sistematicamente escluso dai vertici dei big che «contano»: Biden si consulta solo con Francia, Germania e Regno Unito. Per farla breve sono queste le nazioni che in caso di emergenza internazionale contano per gli Stati Uniti d’America. Ed anche il Colle comincia a temere per la tenuta del Paese. «Mattarella sta facendo da scudo a Draghi su tutte le questioni internazionali che contano» spiega una fonte vicina a entrambi. Il premier, insomma, appare debole e non in grado di incidere sull’evolversi degli eventi, limitandosi ad andare a rimorchio degli Stati Uniti piuttosto che della comunità Europea.
Dalle parti del Quirinale invece la musica è diversa. Il presidente Mattarella ha fatto vedere più volte di che pasta è fatto utilizzando parole durissime sin dal primo momento. Basti ricordare le parole pronunciate a Norcia, appena dopo l’invasione: è inaccettabile «piegarsi alla violenza della forza» usata contro uno stato sovrano e democratico. Stessa durezza nel discorso pronunciato in occasione dell’8 marzo, la festa della donna: «Opporsi oggi a questa deriva di scontri e di conflitti comporta dei prezzi; potrebbe provocare dei costi alle economie dei Paesi che vi si oppongono, ma questi sarebbero di gran lunga inferiori a quelli che si pagherebbero se quella deriva non venisse fermata adesso».
Sin dall’inizio della crisi Sergio Mattarella, da vero capo delle forze armate, si è tenuto perennemente in contatto con il capo di stato maggiore e si è tenuto costantemente informato sull’andamento della situazione in Ucraina. Tanto che avrebbe avuto dei contatti anche con alcuni capi di Stato tra cui quello tedesco e quello francese, con i quali vanta rapporti eccellenti. Insomma, l’intransigenza nei confronti della Russia di Mattarella sembra spingersi ben oltre quella di Draghi consentendo al paese di tenere la barra dritta in un momento di grande difficoltà e che potrebbe peggiorare ancora se nei prossimi giorni o settimane Mosca dovesse chiudere i rubinetti di petrolio e gas. Il prezzo da pagare sarà altissimo, Mattarella ha già alzato il suo scudo protettivo sul paese e su palazzo Chigi.