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Home » Politica

Da Confindustria ai partiti: quanti pentiti tra i fan di Mr. Bce

Immagine di copertina
Credit: REUTERS/Yves Herman

Se Draghi non fa più miracoli: dopo averlo lodato adesso politici italiani ed europei riconoscono mancanze e sbagli. Una serie di citazioni sul nuovo numero di The Post Internazionale-TPI, in edicola da venerdì 22 aprile

Quando è diventato premier, nessuno osava criticare l’ex presidente Bce, osannato da tutti. Draghi era visto come un salvatore della patria, in grado da solo di dare credibilità all’Italia in un batter d’occhio e rimettere in sesto il Paese sconvolto dalla pandemia quasi per magia. Oggi qualcosa sta cambiando, come mostrano le voci critiche che si levano anche da chi, all’inizio, ha sostenuto ciecamente il presidente del Consiglio. Da Confindustria ai partiti, fino agli amministratori locali, sono in tanti a essersi accorti che anche Super Mario può sbagliare.

CARLO BONOMI, Presidente di Confidustria, 24 marzo 2022.

«Mi aspetto che oggi al Consiglio europeo il presidente Draghi cerchi di far passare la posizione che abbiamo la necessità di un tetto europeo al prezzo del gas per evitare quelle speculazioni che sono state fatte e che hanno portato il costo dell’energia a livelli folli. (…) C’è in corso una speculazione fortissima. Il governo è intervenuto con provvedimenti congiunturali che erano attesi dalle imprese e dalle famiglie, ma allo stesso tempo avevamo chiesto degli interventi coraggiosi e strutturali, cosa che purtroppo nei decreti è venuta a mancare».

MATTEO SALVINI, Segretario della Lega, 14 aprile 2022.

«Non voglio far cadere il governo, anche se su alcuni temi è deludente e mi riferisco per esempio agli sbarchi. E pensare che io ho trascorso giornate intere in tribunale per averne tenuti fuori un centinaio». Sul catasto «tutti siamo d’accordo sulla necessità di far emergere il sommerso del mercato immobiliare, che è stimato tra il milione e il milione e mezzo di casi. Ma abbiamo chiarito che un conto è far emergere il sommerso, un altro l’applicare i valori di mercato agli estimi catastali che farebbero scattare gli aumenti».

ANTONIO TAJANI, Coordinatore di Forza Italia, 8 aprile 2022.

«Forza Italia vuole che il governo vada avanti fino alla fine della legislatura, ma ci sono due questioni attualmente aperte. Sulla riforma della giustizia chiediamo la separazione delle funzioni, la conclusione della stagione delle porte girevoli che consentono ai magistrati di entrare e uscire dalla politica e un diverso sistema elettorale per il Csm. Per quanto riguarda il catasto non vogliamo che la riforma si traduca in un salasso per i proprietari delle case».

MAURIZIO LANDINI, Segretario generale della Cgil, 7 aprile 2022.

«Noi abbiamo fatto richieste molto precise: moratoria sui mutui, blocco degli sfratti e aumento del fondo per gli affitti, aumentare i bonus per le bollette visti gli aumenti, far arrivare soldi a pensionati e lavoratori con redditi più bassi e abbiamo proposto anche un intervento su chi ha i redditi o patrimoni più alti, un prelievo di solidarietà per tutelare chi sta peggio (…). Nel merito non abbiamo avuto le risposte che ci aspettavamo».

GIUSEPPE SALA, Sindaco di Milano, 11 aprile 2022.

«Non posso avere fiducia in un governo che non ascolta la città. Negli ultimi anni Milano è sempre stata definita il traino del Paese per Expo, per le Olimpiadi, per la nostra forza propulsiva, per l’attrattività delle nostre università. Ora sembra invece un governo così lontano dalla città. Milano ha ricevuto 478 milioni nel 2020 e 467 nel 2021, e per il 2022 per ora zero o giù di lì. Al momento abbiamo congelato una parte della spesa ed è evidente che se sarò costretto a fare tagli, li farò perché è una mia responsabilità. Ma non posso esimermi dal dire che non ho fiducia di un governo che non vuole affrontare questa evidenza».

CARLO CALENDA, Leader di Azione, 7 gennaio 2022.

«Il Governo si è inceppato. In un mese l’esecutivo Draghi ha compiuto passi falsi su almeno tre questioni decisive per il Paese. La legge di bilancio è debole, poco ambiziosa; la risposta alla crisi determinata dall’aumento dei prezzi dell’energia è stata sin qui tattica e incapace di mettere a riparo le imprese dal rischio di fermata produttiva; il “mezzo obbligo vaccinale” e la selva di eccezioni, date di ingresso, esenzioni e sanzioni che lo accompagnano. Un provvedimento del tutto inadeguato per affrontare Omicron».

DARIO NARDELLA, Sindaco di Firenze, 12 aprile 2022.

«Con il costo dell’energia cresciuto  del 400 per cento, e in alcuni casi quasi del 500 per cento, a Firenze abbiamo un aggravio di costi sulla spesa corrente di circa 13 milioni, da pagare subito alle compagnie energetiche. E non siamo in grado farlo. Significherebbe chiudere scuole, nidi, mense, azzerare i servizi sociali agli anziani o la pulizia delle strade. È necessario  che il Governo veramente ci venga incontro, perché altrimenti ci troviamo ad affrontare per il terzo anno consecutivo una situazione difficilissima. Abbiamo retto due anni,  anche grazie agli aiuti importanti dell’esecutivo, noi non chiediamo gli stessi aiuti dell’anno scorso ma almeno una cifra paragonabile altrimenti le città non reggono quest’anno».

COMMISSIONE EUROPEA, documento sull’approvazione della manovra italiana, Novembre 2021.

«Come raccomandato dal Consiglio, l’Italia prevede inoltre di mantenere gli investimenti finanziati a livello nazionale. L’Italia non ha intenzione di limitare sufficientemente l’aumento della spesa corrente finanziata a livello nazionale. Per contribuire al perseguimento di una politica di bilancio prudente, la Commissione invita l’Italia ad adottare le necessarie misure nelle procedure di bilancio nazionali per limitare l’aumento della spesa corrente finanziata a livello nazionale» (…) «Dato il livello del debito pubblico italiano e le grandi sfide per la sostenibilità a medio termine» esistenti già «prima della pandemia di Covid-19, quando si prendono misure di bilancio espansive è importante preservare una politica di bilancio prudente al fine di garantire finanze pubbliche sostenibili a medio termine».
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