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Ultimatum di Di Maio al Pd: “Nostri punti in programma o meglio voto, decreto sicurezza non è in discussione”. I dem: “Minacce irricevibili”

Immagine di copertina
Credit: ANSA/ANGELO CARCONI

Luigi Di Maio torna a parlare della possibilità di tornare al voto dopo il colloquio con Giuseppe Conte nell'ambito delle consultazioni per la formazione di una nuova maggioranza di governo

Ultimatum di Di Maio al Pd: “Nostri punti in programma o meglio voto, decreto sicurezza non è in discussione”

Il capo politico M5S Luigi Di Maio alza l’asticella nel suo discorso dopo il colloquio con Giuseppe Conte nell’ambito delle consultazioni per la formazione di una nuova maggioranza di governo e lancia un ultimatum al Pd avanzando la possibilità di un ritorno al voto (qui la diretta in tempo reale).

Il leader M5S ha lasciato a Conte un programma di governo in 20 punti. “Se entreranno i nostri punti nel programma di governo si potrà partire, altrimenti meglio il voto”, ha detto Di Maio parlando alla stampa al termine del colloquio con il presidente incaricato.

“Oggi il presidente incaricato potrebbe dare vita a un nuovo governo, potrebbe nascere un Conte bis”, ha continuato Di Maio. “Uso il condizionale perché in qualità di capo politico, siamo stati molto chiari: o siamo d’accordo a realizzare i punti del nostro programma o non si va avanti”.

Le parole di Di Maio hanno provocato immediatamente il rialzo dello spread.

Governo Pd-M5S, il nodo immigrazione e decreto sicurezza

Nel suo discorso Di Maio ha toccato uno dei nodi più delicati nella trattativa tra il Pd e il Movimento Cinque Stelle: quello dell’immigrazione e del decreto sicurezza approvato durante l’esperienza di governo con la Lega.

“Riteniamo che non abbia alcun senso parlare di modifiche ai decreti sicurezza”, ha detto il capo politico M5S. “Vanno tenute in considerazioni le osservazioni del capo dello Stato ma senza modificare la ratio di quei provvedimenti. Ho detto che non rinneghiamo questi 14 mesi di governo”.

La questione migranti, per il leader M5S, va affrontata con “grandi competenze e puntando su una revisione totale del regolamento di Dublino”. Il M5s, dice, “è stato determinante nell’elezione della nuova presidenza della Commissione, e faremo valere i nostri voti chiedendo immediatamente di aprire una procedura di emergenza per le redistribuzione dei migranti nei paesi europei”. Perché “siamo stati lasciati soli in questi anni e abbiamo fatto da soli, ora occorre che se ne faccia carico l’Europa”.

La reazione del Pd

Pochi minuti dopo le parole di Di Maio è arrivata la replica da diversi esponenti del Partito democratico.

“Basta ultimatum, patti chiari amicizia lunga”, è il commento del segretario Pd Nicola Zingaretti in un post su Facebook.

La vicesegretaria del Pd Paola De Micheli ha definito quello di Di Maio un “comportamento incomprensibile, che non ci fa cambiare linea e posizione rispetto all’incontro con Conte. Non comprendiamo Di Maio, oggi è tornato indietro. La sua posizione ci sarà chiara nelle prossime ore”.

“Secondo Luigi Di Maio non bisogna rivedere la ratio dei decreti sicurezza. Secondo me vanno abrogati. Voglio sperare sia anche la linea del Pd. Sono certo che ne parleremo”, ha scritto sui social il deputato ed ex presidente del Pd, Matteo Orfini.

Il vicesegretario del Pd Andrea Orlando ha definito “incomprensibile” la conferenza stampa di Luigi Di Maio. “Ha cambiato idea? Lo dica con chiarezza”, ha scritto in un tweet.

Critico anche il capogruppo democratico alla Camera Graziano Delrio. “I democratici sono impegnati a sostenere lealmente lo sforzo del presidente Conte”, il suo commento. “Questo sforzo da solo ha già fatto recuperare fiducia nell’Italia. Gli ultimatum di Di Maio al presidente incaricato sono davvero inaccettabili”.

“I dati Istat di oggi dicono che il Pil è diventato negativo con il governo gialloverde. Noi vogliamo evitare recessione e aumento Iva. Ma proprio per questo gli ultimatum e le minacce di Di Maio sono irricevibili”, ha scritto su Twitter Maria Elena Boschi.

“A colpi di ultimatum non si va da nessuna parte. O si fa un governo serio che nasca da un programma condiviso, oppure meglio votare”, scrive il senatore Pd Antonio Misiani su Twitter.

Dinanzi a questi commenti il Movimento Cinque Stelle ha risposto con una nota: “Luigi Di Maio ancora una volta ha ribadito che per il MoVimento 5 Stelle i temi sono al centro di qualsiasi azione politica. Non comprendiamo lo stupore di alcuni. Per noi conta il programma, contano le soluzioni ai problemi degli italiani, non le poltrone. E ci auguriamo che sia così per tutti”.

A queste parole replica Orfini: “Visto che dal M5s si dicono stupiti per le reazioni alle parole di Luigi Di Maio, la spiego più semplice: un governo che difende la ratio del dl sicurezza è un governo al quale vota la fiducia Matteo Salvini. Non il Pd. Discontinuità sui temi significa questo”.

Dopo le reazioni del Pd una nuova nota di Di Maio: “Qui non è questione di ultimatum, qui il punto è che siamo stanchi di sentir parlare tutti i giorni in ogni trasmissione di poltrone e toto-ministri. L’ho detto e lo ripeto: contano i programmi, le soluzioni, le idee. Il M5S non svende i suoi principi e i suoi valori su ambiente, lavoro, imprese, famiglie. Qui serve concretezza. Poche chiacchiere e basta slogan. Bisogna lavorare per gli italiani e bisogna farlo in fretta. Noi abbiamo 20 punti. E vogliamo che entrino nel programma di Governo”.

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