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È scontro M5S-Lega sulla giustizia: in Cdm arriva l’ok alla riforma, ma è “salvo intese”. Bonafede: “Basta giochetti”

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Il nodo resta il processo penale

Giustizia, scontro M5S-Lega: in Cdm c’è l’ok alla riforma, ma “salvo intese”

È ancora scontro M5S-Lega sulla riforma della Giustizia: otto ore di confronto e un Consiglio dei ministri fiume non sono bastati per arrivare ad un’intesa definitiva tra i due azionisti della maggioranza di governo. Il nodo irrisolto è il processo penale. Il Cdm ha trovato un accordo di massima su giustizia civile e riforma del Csm ma alla fine il via libera al testo del ministro Alfonso Bonafede non è definitivo, è “salvo intese”.

> La Riforma della Giustizia di Bonafede: cosa prevede il testo che divide Lega e M5S

Per il partito di Matteo Salvini restano le distanze su una riforma che viene considerata “di facciata” perché le proposte leghiste, spiegano dal Carroccio, non sono mai state accolte. Secondo i leghisti sarebbe anche difficile correggere il provvedimento, perché sbagliato l’impianto del disegno di legge. Per il Movimento 5 Stelle invece la Lega sta tentando di bloccare l’abolizione della prescrizione che entrerà in vigore a gennaio del 2020.

Lo scontro M5S-Lega

“Noi siamo aperti al confronto ma sentiamo solo no. Non vorremmo che dietro questi muri ci fosse la volontà di bloccare l’abolizione della prescrizione inserita dal M5S nello spazzacorrotti”, hanno riferito fonti del Movimento 5 Stelle dopo la riunione del governo.

> Salvini e lo spettro della crisi di governo: “Di Maio dice troppi no”

“C’è distanza sulla riforma della giustizia”, hanno dichiarato fonti della Lega. “Siamo per lo stato di diritto, per tempi certi per la giustizia. L’Italia è un paese democratico, Lega vuole garanzie per gli italiani. Servono manager nei tribunali che garantiscano il rispetto dei tempi, servono nuove regole sulle intercettazioni, la separazione delle carriere. La lega non vuole i cittadini ostaggio a vita della giustizia e non accetta riforme di facciata”.

Il ministro Bonafede: “Dalla Lega solo no, basta giochetti”

Il ministro Bonafede intanto ha spiegato: “Il testo della riforma della giustizia e del Consiglio dei Ministri è stato formalmente approvato salvo intese. Nella sostanza c’è l’accordo nel governo sulla parte della giustizia civile e del Csm della riforma ma a mancare è l’intesa sulla parte che riguarda la giustizia penale”.

Bonafede non ha evitato frecciate agli alleati: “Stasera ho sentito tanti ‘no’, c’è stata assoluta disponibilità da parte mia ad affrontare proposte di modifiche. Io penso che i cittadini non possano aspettare più una riforma della giustizia”. E ancora: “Non posso immaginare che si possa bloccare con dei giochetti una riforma che tutti attendono”. “Non vorrei che ci fosse il tema della prescrizione come nodo che non viene portato al tavolo”, ha aggiunto il ministro.

Il comunicato del governo

Il comunicato del governo fa sapere che: “il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della giustizia Alfonso Bonafede, ha approvato, salvo intese, un disegno di legge che introduce deleghe al Governo per l’efficienza del processo civile e del processo penale, per la riforma complessiva dell’ordinamento giudiziario e della disciplina su eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati nonché disposizioni sulla costituzione e il funzionamento del Consiglio superiore della magistratura e sulla flessibilità dell’organico di magistratura.

La nota del Carroccio

Il partito di Matteo Salvini pubblica una nota dopo la lunga notte di discussione sulla Riforma della Giustizia e scrive: “La Lega non vota una non riforma, vuota e inutile. Siamo al lavoro per una reale riduzione dei tempi della giustizia, per un manager nei tribunali affinché diventino realmente efficienti, perché ci sia certezza della pena: colpevoli in galera e innocenti liberi. Sanzioni certe per magistrati che sbagliano o allungano i tempi, no a sconti di pena per i criminali e un impegno per la separazione delle carriere e anche del Csm per garantire giustizia efficiente, equa e imparziale. I cittadini non possono essere ostaggi di processi infiniti”.

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