Sulla giustizia Conte e i 5 Stelle si piegano a Draghi e dagli Usa applaudono Super Mario
Tanto rumore per nulla. Come anticipato nei giorni scorsi da TPI, sulla riforma Cartabia il trumpiano “Giuseppi” Conte avrebbe tirato la corda fino a quando avrebbe potuto (in attesa di un “contentino”) per poi piegare la testa di fronte al bideniano Mario Draghi. E così è stato. Alla fine è arrivata la retromarcia del Movimento 5 Stelle. Il “ringraziamento” più importante al Presidente del Consiglio arriva a notte fonda da oltreoceano via New York Times.
“Il ‘riparatore’ dell’Italia cerca di riparare il travagliato sistema giudiziario e anche la sua politica”. Con questo titolo, in un lungo articolo il New York Times si è soffermato sulla battaglia del premier Mario Draghi per la riforma della giustizia. L’articolo del foglio newyorchese, non a caso, è firmato da Lodi, il cui ex sindaco, Simone Uggetti, è stato assolto quest’anno con formula piena dopo cinque anni di inchiesta.
“Questi casi sono molto comuni in Italia, dove il vasto potere della magistratura – a volte ideologica – può essere usato per ottenere delle vendette in politica o dove il business può essere intrappolato in scomodi e scoraggianti contenziosi tra i più lunghi in Europa“, scrive il New York Times. “Draghi – si legge ancora – è così convinto che il sistema vada riparato da aver annunciato di essere pronto a mettere a rischio la sopravvivenza del proprio governo sul dossier, ponendo la fiducia sul nuovo testo”.
Per il quotidiano americano, la giustizia “è il principale test, al di là di quello dei vaccini, su cui Draghi, un ‘titano’ nell’Ue essendo colui che ha salvato l’euro, può utilizzare la sua formidabile reputazione di ‘riparatore’ e l’ampia coalizione politica a suo sostegno per risolvere un problema deterioratosi nel tempo che ha minacciato il processo democratico e l’economia in Italia”.
Già, perché proprio come evidenziato nei giorni scorsi da TPI, non solo a Bruxelles ma anche Oltreoceano guardavano con molta attenzione alla riforma della giustizia in Italia per poter cominciare a investire quattrini nel Belpaese. “L’alta finanza internazionale sta premendo per riformare la magistratura in Italia”, spiegavano ambienti del deep state solitamente sempre molto bene informati.
In buona sostanza, con la riforma della giustizia, Mario Draghi punta a prendere due piccioni con una fava: euro e dollari in un colpo solo, i soldi di Bruxelles ma anche quelli che presto arriveranno dalle grandi banche di investimento americane. Un modo, questo, anche per consolidare il legame con gli Stati Uniti dell’amico Joe Biden scacciando dall’Italia le pretese egemoniche di Cina e Russia.
“L’Italia non deve fallire perché è troppo grande il suo debito e con 200 miliardi dall’Europa e altrettanto di capitale privato USA si salva”, i ragionamenti che si fanno sull’asse Roma-Washington-Bruxelles. Per i principali fondi di investimento mondiali. a cominciare dalla bideniana Black Rock, l’Italia è sottovalutata e con ampi margini di crescita. Terreno ideale per gli investitori. A patto che lo Stato funzioni. A cominciare dalla giustizia.