I giovani del Pd contro Enrico Letta: “Basta con Draghi e la sua agenda”
"Il Pd ha appaltato l’elaborazione politica al centro liberale. Bisogna fare pulizia all'interno del nostro campo. Serve una campagna elettorale più identitaria”. I giovani dem romani in protesta contro il segretario Letta: “Non possiamo essere l’ufficio di collocamento di qualche reduce"
“Bisogna fare pulizia all’interno del nostro campo. Serve una campagna elettorale più identitaria”. Un netto cambio di rotta, è quanto chiedono circa 150 tra iscritti al Pd (in gran parte Giovani democratici di Roma e della Calabria), consiglieri municipali, simpatizzanti ed elettori dem, rivolgendosi tramite una lettera direttamente al segretario Enrico Letta. Ad un mese dalle elezioni del 25 settembre, che probabilmente saranno uno spartiacque nella vita politica del nostro Paese.
“È sembrato infatti che il governo Draghi sia improvvisamente diventato quanto di meglio il nostro Paese potesse auspicare. Come se la sua azione non avesse provocato forti mal di pancia interni al Partito, come se il PD non avesse fatto di tutto per scongiurarne la nascita e non avesse indicato quello di Giuseppe Conte come unico nome a suo tempo spendibile”, scrivono i firmatari della missiva.
I 150 dem criticano dunque le mosse politiche dell’ultimo anno, caratterizzate, a loro dire, da evidenti contraddizioni. “Adesso il Pd ha deciso di giocare il ruolo di più convinto sostenitore della prosecuzione dell’esperienza di questo Governo costruito insieme alla destra e piena espressione del centro liberale, cui il Partito sembrerebbe aver definitivamente appaltato l’elaborazione politica e, se non ci fosse stato il passo indietro di Carlo Calenda, anche in una cospicua parte dei seggi in Parlamento. Non è quello che ci aspettiamo dal Partito Democratico”.
La richiesta che arriva dal basso al segretario Letta è “che il PD scelga di costruire un programma e una campagna elettorale fortemente identitaria: sono ormai troppi anni che nel nome della responsabilità ha rinunciato a farsi riconoscere come avanguardia irreprensibile delle classi più deboli nelle istituzioni”. Tra gli obiettivi per riportare a sinistra il Pd, i firmatari segnalano: “La piena giustizia sociale e lavorativa”; “la sostenibilità ecologica”; “un nuovo europeismo che dia all’Europa un volto più solidale al proprio interno e più autonomo rispetto ad altre potenze” e infine maggiore attenzione alle più giovani: “La ricongiunzione con una generazione abbandonata e isolata in un modello economico poco-umano, e che per la prima volta voterà anche al Senato”.
Da definire una volta per tutte, scrivono i firmatari, la collocazione del partito: una forza di stampo socialista, “che finalmente sappia emancipare la politica dal dominio dell’economia”, – come auspicano – oppure “un polo di stampo liberale, decretando così la fine del socialismo in Italia”. Infine, si legge, “dobbiamo essere capaci ed avere il coraggio anche di fare pulizia all’interno del nostro campo”, a cui segue l’ultimo appello a Letta: “Il PD non deve essere l’ufficio di collocamento di qualche reduce, ma il collettore di tutti coloro che oggi non hanno alcuna rappresentanza politica”. (Qui il testo completo della lettera)