Tutti gli uomini della presidente: ecco chi lavora dietro le quinte per far diventare Giorgia Meloni premier
Giorgia Meloni: gli uomini che lavorano per farla diventare premier
Tutti gli uomini della presidente: non è un remake del film con Robert Redford e Dustin Hoffman, basato sul libro dei giornalisti che scoperchiarono lo scandalo Watergate, ma coloro che lavorano dietro le quinte con un obiettivo ben preciso, far diventare Giorgia Meloni premier. Già perché dietro il successo di Fratelli d’Italia, che continua a volare nei sondaggi, e la carismatica leadership della Meloni si nasconde un lavoro minuzioso affidato a delle vere e proprie strutture create ad hoc e guidate, come detto, da uomini, i quali, una volta tanto, sono tutti al servizio di una donna con l’obiettivo di aiutarla a scalare sempre più posizioni nella scena politica italiana. A ricostruire questa sorta di catena di montaggio è il quotidiano Libero, secondo cui “Si tratti di economia o di politica estera come di qualsiasi altra materia, la Meloni non farà mai affermazioni nei suoi interventi alla Camera, nelle uscite pubbliche, o nelle ospitate televisive, che non siano il risultato finale di uno studio molto attento”.
Uno dei punti di forza di Fratelli d’Italia sono ad esempio i dipartimenti telematici, presenti in tutti i partiti, ma che Giorgia Meloni ha strutturato in modo quasi maniacale: ogni dipartimento, infatti, è stato affidato a un “parlamentare per materia”. Un altro punto di forza del partito è l’Ufficio studi, formato da un gruppo di persone che propone analisi politiche, culturali e strategiche, le quali vengono poi studiate e sintetizzate dalla leader, coadiuvata da un ristrettissimo gabinetto. A coordinare l’Ufficio studi di Fdi sono il senatore Giovanbattista Fazzolari, responsabile del programma elettorale, e l’economista Francesco Filini. Sono stati loro, ad esempio, a notare che il premier Conte non aveva fornito i dati statistici dell’incremento di mortalità durante la crisi del Covid-19 nelle diverse province italiane. “È possibile – aveva dichiarato in Parlamento la Meloni rivolgendosi a Conte – che sia arrivato per primo a fornire questi dati il nostro ufficio studi che non il governo con le sue task force?”.
Lo stesso Fazzolari spiega a Libero l’importanza dell’Ufficio studi: “C’è chi crede che siamo tutti immersi nella politica fluida, o negli umori della Rete. Per noi non è così. In realtà su ogni cosa che dice la Meloni c’è alle spalle una base molto solida a cui è lei per prima a dare molta importanza: uno studio puntuale frutto sia dei dipartimenti che dell’ufficio studi. E tutto ciò poi si tramuta in proposte di legge, emendamenti, dichiarazioni, convegni”. Fazzolari spiega che la struttura è nata quando Fratelli d’Italia era ancora una piccola realtà che viaggiava intorno al 4%: “Mentre per chiunque altro sembrava più utile dedicare le prime vere risorse a disposizione del partito alle campagne sui social, a potenziare le segreterie, ad aumentare la visibilità, Giorgia stabiliva invece che una parte di tutto il nostro sforzo dovesse andare a costituire un centro studi”.
Voci molto ascoltate sono anche quelle di Giampaolo Rossi, membro del Cda della Rai, del giornalista Alessandro Giuli e dello scrittore Pietrangelo Buttafuoco. Ma ognuno nella struttura ha il suo ruolo e soprattutto la sua competenza. Per quanto riguarda i temi economici, ad esempio, tra gli esperti spiccano Maurizio Leo, inventore della flat tax incrementale, l’ex ministro Giulio Tremonti e Domenico Lombardi. Le tematiche riguardanti le relazioni internazionali e diplomatiche sono affidate a Giulio Terzi di Santagata, mentre il generale Marco Bertolini è colui a cui è affidato il dossier difesa. Senza dimenticare Alfredo Mantovano, presidente del centro studi Livatino, responsabile dei temi etici. Tutti uomini che lavorano con un obiettivo comune: far diventare Giorgia Meloni la prima donna premier d’Italia.
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