Giorgia Meloni: “Se era giusto manifestare contro il regime fascista, è legittimo farlo anche contro questo governo”
Giorgia Meloni: “Se era giusto manifestare contro il regime fascista, è legittimo farlo anche contro questo governo”
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha detto la sua in merito all’ultimo tema proposto da Matteo Salvini, in seguito all’ultimo decreto firmato da Giuseppe Conte: scendere in piazza contro il governo è giusto o sbagliato? Intervistata da La Verità, la Meloni ha dichiarato che è legittimo protestare contro questo governo che “limita le libertà a colpi di decreto”.
“Migliaia di italiani ci stanno chiedendo di scendere in piazza. In queste ore faremo qualcosa per rappresentare in modo simbolico questo dissenso”, e poi la Meloni tira in ballo in regime fascista: “Se era giusto scendere in piazza contro un regime, non si capisce perché non si possa scendere in piazza contro un governo che limita le libertà a colpi di decreto”, ha proferito la Meloni, dando l’impressione di voler seguire Matteo Salvini con future proteste in strada.
Ma andare in piazza a protestare in pieno lockdown è una buona idea? “Anch’io sono sollecitata da migliaia di persone avvelenate, in preda alla disperazione, che non ne possono più di limiti spesso assurdi imposti alle nostre vite, alle professioni, all’istruzione. Non si possono condannare a morte interi comparti economici attraverso la burocrazia delle riaperture per settore. Ma voglio essere sincera: finché dura il contagio andare in piazza significherebbe mettere in pericolo chi partecipa alla protesta. E l’opposizione sarebbe accusata di alimentare l’epidemia”, ha spiegato la Meloni.
La leader di Fratelli d’Italia spiega infine di star studiando, in vista del prossimo primo maggio, alcune iniziative compatibili con le regole, senza andare nel dettaglio.
Giorgia Meloni contro Conte: “Massacrare interi settori solo per fare un’altra conferenza stampa alle otto di sera?”
In un video in diretta su Facebook, la Meloni si era scagliata contro Conte: “Si decide che qualcuno non deve avere speranza. Ma perché un ristorante, o un bar, che riesce a garantire le distanze e i dispositivi di sicurezza non può aprire con gli altri? Perché un centro estetico che ha le cabine per l’auto trattamento non può aprire con gli altri? Perché un parrucchiere che può garantire il rapporto di uno a uno non può aprire con gli altri? Perché una palestra che garantisce l’allenamento singolo non può aprire con gli altri? E potrei fare molti altri esempi. Perché, insomma, dobbiamo massacrare interi settori che rischiano di non riaprire mai più? Per avere la possibilità di fare un’altra conferenza stampa alle otto di sera?”
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