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Giorgia Meloni: “Togliere la fiamma dal simbolo di Fratelli d’Italia non è mai stato all’ordine del giorno”

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Credit: Francesco Fotia / AGF

“Penso che togliere la fiamma (tricolore, ndr) dal simbolo (di Fratelli d’Italia, ndr) non sia mai stata una questione all’ordine del giorno”. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, lo ha assicurato nell’intervista concessa a Fiorenza Sarzanini pubblicata oggi sul settimanale 7 del Corriere della sera.

D’altronde non è la prima volta che il partito della premier esclude questa possibilità. Già nel 2023, il deputato, Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione di FdI, chiarì che “il simbolo è scelto dagli iscritti, con buona pace di tutti quelli che in Italia, pur essendo a noi ostili, vorrebbero insegnarci come dovremmo fare politica”.

Il riferimento alla storia dell’estrema destra post-fascista è evidente. L’inserimento nel simbolo di Fratelli d’Italia della fiamma tricolore, eredità del Movimento sociale italiano (Msi) che la citava anche nel suo inno ufficiale, fu deciso nel febbraio 2014 quando, attraverso le primarie, gli iscritti al partito approvarono l’attuale logo di FdI con il 77 per cento dei voti.

Ma nell’intervista, Meloni parla soprattutto del suo governo e degli scenari internazionali, rivendicando “il lavoro fatto finora, la compattezza delle forze di maggioranza, l’immagine di serietà e credibilità che questo governo sta dando, sia a livello interno che a livello internazionale”. “Tutto è perfettibile, ma non ho pentimenti né rimpianti perché in questi due anni e mezzo non ci siamo mai risparmiati. E non ho mai fatto una scelta della quale dovermi vergognare”, ha spiegato la premier a Sarzanini.

“Solo chi non fa non sbaglia. Dietro ogni passo si nasconde sempre il rischio di un inciampo, ma questa non è una valida ragione per restare fermi”, ha aggiunto Meloni nell’intervista a 7. “Gli italiani ci hanno chiamato a governare l’Italia in una fase estremamente complessa. Abbiamo sempre cercato di muoverci seguendo l’unica bussola, dell’interesse nazionale”.

Quindi la leader di Fratelli d’Italia ha definito “un genio del nostro tempo, dipinto come un mostro”, il patron di Tesla, SpaceX e X, Elon Musk, forse il più grande sostenitore del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump. “È una grande personalità del nostro tempo, un innovatore straordinario e che ha sempre lo sguardo rivolto al futuro. Trovo naturale poter dialogare con lui. Siamo sicuramente due persone che hanno un ottimo rapporto. Elon Musk è un uomo geniale ed è sempre molto interessante confrontarsi con lui. Certo, ci sono cose su cui il nostro punto di vista è più simile, altre che ci vedono più distanti, ma questo non impedisce il confronto”, ha detto Meloni a Sarzanini. “Fa abbastanza sorridere chi fino a ieri esaltava Musk come un genio e oggi invece lo dipinge come un mostro, solo perché ha scelto il campo ritenuto ‘sbagliato’ della barricata. Io, da sempre, non ragiono così”. [LEGGI ANCHE: Meloni: “Dialogo con Musk per il bene del’Italia]

Parole al miele anche per la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Nella composizione della nuova Commissione, con la vicepresidenza esecutiva assegnata a Raffaele Fitto, von der Leyen ha riconosciuto all’Italia il ruolo che merita e lo ha fatto anche sapendo resistere alle forti pressioni della sinistra”, ha dichiarato la premier, secondo cui nei rapporti con l’ex ministra della Difesa tedesca “prevalgono un approccio pragmatico e il rispetto reciproco”.

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