Meloni a TPI: “Fratelli d’Italia vola perché dice cose chiare, il mio modello è Orban”
Il rapporto con Salvini e Berlusconi, la questione immigrazione, la crisi di Roma: intervista a 360 gradi alla leader di Fratelli d'Italia
Giorgia Meloni, intervista alla leader di Fratelli d’Italia
La ritrovata unità nel centrodestra, il momento d’oro del suo partito, la crisi di Roma, la questione immigrazione e i diritti delle coppie omosessuali. TPI intervista Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, reduce dal trionfo alle elezioni regionali in Umbria. “Nella confusione totale che è oggi la politica italiana, noi diciamo cose chiare”, osserva.
“Ora avanti con la coalizione insieme a Lega e Forza Italia, ma ho chiesto un patto anti-inciucio. E spero lo firmino anche gli altri”.
Bolsonaro? Le Pen? Orban? Il modello, per Meloni, è il premier ungherese. Non solo per via delle politiche di “difesa dei confini e della cristianità”: Orban, sottolinea la leader di Fratelli d’Italia, “ha attivato un sistema di welfare a sostegno della natalità che considero un’avanguardia in Europa”.
Il premier ungherese è anche tra i leader più severi nell’Unione europea in materia di immigrazione. “La gente ha paura degli immigrati perché tra gli immigrati c’è un’incidenza maggiore di reati”, sostiene Meloni. E questo è “colpa di un’immigrazione senza controllo”. “Sui migranti l’Europa deve attivare il blocco navale”.
“Mi hanno accusato di aver detto molte cose non vere, come ‘staneremo i Rom uno per uno nelle loro case'”, ricorda la leader di Fratelli d’Italia. “Io non potrei mai dire una cosa del genere. Io vorrei solo che i Rom venissero trattati come tutti gli altri italiani”.
Poi, “mi arrabbio molto quando dicono che sono omofoba“. “Non credo di poter essere considerata omofoba solo perché penso che non sia giusto dare in adozione un bambino a una coppia gay”.
La crisi di Roma? “Rimasi molto colpita da come la Raggi salutò la sua elezione nel 2016: era felice, quando a me al suo posto sarebbero tremati i polsi. So bene quanto Roma sia difficile da governare, ma c’è un problema serio di poteri e di risorse. Roma ha bisogno di soldi e di poteri speciali”.