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Home » Politica

Ferrara (M5S) a TPI: “Con Meloni è tornata l’austerity: un governo forte con i deboli e debolissimo con i poteri forti”

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L’Europa si trova ad affrontare sfide decisive: la perdurante guerra in Ucraina e la crisi in Medio Oriente, la transizione ambientale e quella tecnologica. Per questo le elezioni del prossimo giugno possono rappresentare uno spartiacque fondamentale per determinare il volto e il ruolo delle istituzioni europee nello scacchiere internazionale. Ne abbiamo parlato con Gianluca Ferrara, già senatore nella scorsa legislatura per il Movimento 5 Stelle e vicepresidente del gruppo a Palazzo Madama, che ha deciso di candidarsi alle Europee con il M5S nella circoscrizione Centro.

Stiamo vivendo un momento molto delicato in Europa e nel mondo, perché ha scelto di candidarsi?
“L’Europa è giunta a un bivio storico dirimente: o diventa un soggetto politico con una propria politica estera che deve essere propedeutica a una difesa comune o rischia l’implosione. Si deve superare il darwinismo sociale tra Paesi e divenire una comunità in grado di ripristinare la scala valoriale indicata dai padri fondatori, che è stata completamente dimenticata. Per avere una nuova Europa serve determinazione, la stessa che fu mostrata nell’estate del 2020 dal presidente Giuseppe Conte riuscendo a portare 209 miliardi di euro. Giorgia Meloni cosa ha portato al nostro Paese? Con il nuovo Patto di Stabilità da lei sottoscritto l’Italia dovrà tagliare 13 miliardi di spesa pubblica all’anno. Altro che la “pacchia è finita”, è tornata l’austerity! Io ho scelto di candidarmi perché da sempre porto avanti l’importanza del disarmo e di proteggere il bene comune più importante che abbiamo che è la Pace. In questo momento non si può restare alla finestra, serve ribaltare la narrazione bellicista dominante”.

Come cambierà il volto dell’Unione europea dopo il voto di giugno?
“Io mi auguro che le vere forze pacifiste e ambientaliste presenti nel Vecchio Continente possano dare un segnale a questo vento reazionario che ci sta portando sul baratro della terza guerra mondiale. La politica deve alzare la testa e non essere sottomessa a potentati economici finanziari in stretto collegamento con l’industria degli armamenti”.

Che collocazione europea sceglierà il Movimento?
“Noi ci collochiamo nel campo progressista, vedremo dopo le elezioni che peso avranno i partiti. Noi comunque saremo intransigenti e non baratteremo i nostri principi e valori che sono quelli della Pace, della giustizia sociale e della transizione ecologica”.

Cosa succederà in Iran e in tutta la regione dopo la morte di Raisi?
“In base alla loro costituzione, il vicepresidente Mokhber traghetterà il Paese per i prossimi 50 giorni fino alle elezioni. È auspicabile che il nuovo presidente possa contribuire a stabilizzare la regione che è già in una situazione di incandescenza senza precedenti. L’Iran, in quel quadrante, è un attore primario ed è fondamentale che ci sia una piena stabilità”.

Come risolvere la crisi in Medio Oriente? L’Aia ha chiesto un mandato d’arresto per Netanyahu e i leader di Hamas.
“Netanyahu è un criminale di guerra. Finalmente anche la Corte Penale Internazionale ne ha chiesto l’arresto. Aver consciamente fatto assassinare oltre 15mila bambini, costretto a centinaia di loro di subire amputazioni di arti senza anestesia perché bloccava gli aiuti umanitari, è un orrore che rimarrà nella storia. Una disumanità che proprio da Israele non sarebbe dovuta giungere. Il governo sionista al potere è pericoloso non solo per i palestinesi, ma anche per gli stessi israeliani; infatti ci sono costanti manifestazioni di protesta. In Medio Oriente e in particolare per la Palestina non ci potrà essere pace senza giustizia. Io nel 2019 da capogruppo in Commissione Esteri presentai una mozione per il riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato di Palestina con i confini del 1967, come indicato dalle risoluzioni Onu. In essa specificai che le politiche del governo Netanyahu stavano favorendo l’ascesa di Hamas. Purtroppo, anche il Pd che oggi professa la soluzione a due Stati si oppose. Israele deve liberare i territori che occupa illegalmente e va riconosciuto lo Stato di Palestina, pensare di sterminare i palestinesi genererà solo nuove reazioni come quelle del 7 ottobre”.

Il Movimento punta in questa campagna elettorale sul tema della pace. Perché siete contrari a un ulteriore invio di armi in Ucraina? Come si fa allora a fermare Putin?
“Il M5s è nato il 4 ottobre e la Pace è un nostro valore da sempre. La Pace non si costruisce inviando armi, armi e solo armi. Ma attraverso la diplomazia e il negoziato. Attraverso la capacità di accettare “l’altro” invece che imporsi con tracotanza. I fanatici nostrani che continuano a sostenere che bisogna sconfiggere militarmente la Russia di Putin mi devono spiegare come si fa a vincere una guerra contro un Paese che possiede 6000 ordigni atomici. Putin si poteva fermare prima del 24 febbraio del 2022, ma anche poche settimane dopo quando si trovò un accordo già sottoscritto in cui l’Ucraina rinunciava ad entrare nella Nato: anche lo stesso Zelensky era d’accordo. Poi Usa e Gran Bretagna hanno imposto di continuare una guerra le cui conseguenze le sta subendo la popolazione ucraina. Io domando ai lettori di TPI: ma che bisogno c’era che la Nato avanzasse così tanto verso Est quando si sapeva perfettamente che ci sarebbe stata una reazione da parte della Russia? Perché voler rompere l’equilibrio di deterrenza nucleare insistendo a posizionare dei missili a pochi chilometri da Mosca? Come reagirebbe la Casa Bianca se Messico o Canada entrassero in una potente alleanza militare filorussa o filocinese?”.

Macron si dice pronto a inviare truppe a Kiev. Uno dei temi della prossima Ue sarà la difesa comune?
“Le affermazioni di Macron rientrano nel vicolo cieco della narrazione prevista dall’escalation. Si alza sempre di più l’asticella. Una scelta poco lungimirante e banale che la storia ci avrebbe dovuto insegnare a superare. La difesa comune europea è un tema importante che però non deve equivalere a far passare la distorta logica di un’economia di guerra. L’Europa deve avere prima una politica estera comune in grado di dare un supporto reale al dialogo tra Paesi”.

Si era molto parlato del possibile confronto televisivo Meloni-Schlein, poi saltato. Sarebbe stato uno smacco per le altre forze politiche?
“Tutte le forze politiche devono essere rappresentate. Per esempio, in un confronto tra Meloni e Schlein, su un tema dirimente come l’invio di armi all’Ucraina, non sarebbe emerso una contrapposizione ma una convergenza di posizioni. Io capisco che Meloni abbia timore e stia facendo di tutto per scappare da un confronto con il presidente Conte, però serve un minimo di dignità. Scappare non serve. Anche se immagino lei abbia timore che le verrebbe fatto notare che gli sbarchi sono raddoppiati, le accise sulla benzina sono ancora lì e sui 28 miliardi di extra profitti delle banche il governo, nonostante le promesse, non è riuscito a recuperare nemmeno un euro. Intanto la povertà nel nostro Paese dilaga. Questo governo è forte con i deboli e debolissimo con i poteri forti!”.

La stretta al Superbonus: per il governo ha ulteriormente sconquassato i conti dell’Italia.
“Sul superbonus si è dato vita a una mistificazione senza precedenti. Nei tre anni di massimi effetti del Superbonus il Pil è complessivamente cresciuto di più del 13% e il debito pubblico in rapporto al Pil è sceso di quasi 18 punti. Secondo le stime del Censis è stato creato un milione di posti di lavoro, tra diretti e indiretti, e ha rimesso in piedi il comprato delle costruzioni che era in ginocchio.

Anche il Financial Times ha scritto che l’economia italiana, nel triennio successivo alla pandemia, ha fatto meglio degli altri Paesi europei grazie al Superbonus. Inoltre, non viene tenuto in considerazione il risparmio energetico derivante da questa misura che ha portato l’Italia in netto vantaggio nel conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico fissati dalla Direttiva Case green. Infine, la grande ipocrisia è che ci sono emendamenti di partiti della maggioranza che ne hanno chiesto l’estensione e poi mezzo governo ha usufruito del superbonus per ristrutturarsi la casa, se non gli piace questa misura restituissero i soldi e li dessero agli esodati del superbonus”.

Altro tema cruciale è l’ambiente: se ne parla molto in Europa tra case green e Green Deal.
“È un tema fondamentale. Invece di sprecare energie e capitali in guerre che non si possono vincere, dovremmo concentrarci su questo argomento. Tutte le risorse andrebbero investite per accelerare la transizione ecologica perché, se non c’è un celere cambio di paradigma e facciamo pace con la nostra Terra, sarà quest’ultima a dichiararci guerra con i cambiamenti climatici. Una guerra in cui tutta l’umanità risulterebbe sconfitta”.

Siamo di fronte a una nuova tangentopoli?
“È da tempo che lo denunciamo. A Bari abbiamo dato un segnale, ma è in atto una restaurazione del mal affare inquietante. Ogni giorno ci sono arresti, persone inquisite. Siamo giunti a una situazione in cui abbiamo un presidente di Regione agli arresti domiciliari che non molla la poltrona ed è sostenuto da questo governo. La ministra Santanché è ancora al suo posto… proprio lei che si scagliava contro le misure sul Covid ora è indagata per una truffa aggravata con i fondi destinati a imprenditori e cittadini. Sgarbi, invece, dinanzi agli scandali che l’hanno toccato, ha dovuto lasciare la poltrona di sottosegretario ma ora lo vogliono far rientrare attraverso le elezioni Europee. Sembra che si sia smarrito il senso del pudore. Gli italiani meritano molto di più e auspico che l’8 e il 9 giugno, invece di restare a casa, venga dato un segnale forte e chiaro a questo governo di inetti”.

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