Vaccini Lombardia, la Lega prende le distanze dalle dichiarazioni di Gallera: “Non rappresentano il pensiero del governo della Regione”
L'assessore al Welfare lombardo a proposito del ritardo nella somministrazione dei vaccini in Lombardia aveva dichiarato, tra le altre cose: “Non faccio rientrare i medici dalle ferie per le vaccinazioni”
Vaccino, fonti Lega: “Gallera non rappresenta governo Regione”
“Le dichiarazioni dell’assessore Gallera non sono state condivise e non rappresentano il pensiero del governo della Lombardia. Non possono comunque essere strumentalizzate dal governo Conte per accusare la Lombardia di ritardi nella campagna vaccinale”. È quanto spiegano fonti della Lega in merito alle dichiarazioni dell’assessore lombardo alla sanità, Giulio Gallera, in un’intervista a La Stampa a proposito del ritardo nella somministrazione dei vaccini in Lombardia.
La Lombardia al 31 dicembre è ‘fanalino di coda‘ tra le regioni per numero di vaccinazioni anti Covid effettuate: 2.446, il 3% dei primi 80 mila vaccini a disposizione. “Agghiacciante – ha detto Gallera nell’intervista a La Stampa – una simile classifica. Per non parlare di quelle regioni che hanno fatto la corsa per dimostrare di essere più brave di chissà chi. Noi siamo una regione seria. Partiamo domani con 6000 vaccinazioni al giorno nei 65 hub regionali. I conti facciamoli tra 15 o 20 giorni”.
“Ci avevano detto che i vaccini sarebbero arrivati a metà gennaio, poi il 4 gennaio. E noi ci siamo organizzati per quella data. Solo nelle strutture sanitarie pubbliche ci sono 120 mila dipendenti. Non ci si può improvvisare, abbiamo preparato un’agenda. Il 31 era l’ultimo giorno dell’anno, poi ci sarebbero stati tre giorni di festa. Abbiamo medici e infermieri che hanno 50 giorni di ferie arretrate. Non li faccio rientrare in servizio per un vaccino nei giorni di festa. Ma assicuro tutti che faremo in tempo, nei tempi previsti. La vaccinazione è una priorità. E il 17 gennaio iniziamo con i richiami per chi ha avuto una prima somministrazione”, ha sottolineato l’assessore della Sanità lombarda.