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L’ex assessore Gallera presenta il suo libro sul Covid nella Rsa dove morirono 32 persone in 23 giorni

Immagine di copertina
Credit: Ansa/Mourad Balti Touati

Gallera presenta il suo libro sul Covid nella Rsa dove morirono 32 persone

A poco più di due anni dall’inizio della pandemia di Covid, l’ex assessore alla Sanità della regione Lombardia, Giulio Gallera, non smette di far parlare di sé: il forzista, che attualmente ricopre il ruolo di consigliere regionale, questa volta è finito al centro delle polemiche per aver deciso di presentare il suo libro in cui ripercorre i mesi più duri della lotta al Coronavirus, nella Rsa Anni Sereni di Treviglio, in provincia di Bergamo, dove, nell’aprile 2020, si registrarono 32 morti in 23 giorni proprio a causa del virus.

A dare la notizia è il Corriere della Sera, secondo cui il volume di Gallera, Diario di una guerra non convenzionale. La nostra lotta contro il virus, verrà presentato nella struttura ospedaliera il prossimo 13 giugno.

Come ricorda il quotidiano, fu proprio la regione Lombardia, e dunque lo stesso Gallera che all’epoca ricopriva il ruolo di assessore alla Sanità, a imporre a fine febbraio, quando il virus era già ampiamente diffuso nella provincia, a imporre alle Rsa di tenere aperti i centri per le attività diurne con i visitatori che entravano e uscivano liberamente dalle strutture.

Fu lo stesso Domenico Nappa, direttore amministrativo proprio della Rsa Anni Sereni a dichiarare all’epoca: “Già all’inizio del contagio avevamo limitato al massimo le visite e per questo, come altre case di riposo, siamo stati richiamati dall’Ats”.

La decisione di presentare il libro nella Rsa di Treviglio, dunque, appare quantomeno indelicata. Anche perché, a distanza di due anni, la politica sembra ancora non aver fatto i conti con le responsabilità soprattutto per la mancata zona rossa nella Val Seriana.

Gallera, ad esempio, nel libro scrive di “aver fatto tutto ciò che era nelle mie competenze” riguardo alla mancata chiusura di Alzano e Nembro anche se, precedentemente, era stato lui stesso ad ammettere che la Regione avrebbe potuto aggirare l’immobilismo del governo Conte e istituire la zona rossa nei due comuni epicentro del Covid in Italia a febbraio 2020.

L’INCHIESTA DI TPI SULLA MANCATA CHIUSURA DELLA VAL SERIANA PER PUNTI:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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