L’ultima perla di Gallera sul modello lombardo: “Sanità lussuosa per pazienti ordinari”
“Il sistema lombardo è un sistema unico e di grande eccellenza: ha messo pubblico e privato in un sistema di competizione e collaborazione. Vogliamo continuare su questa strada perché nella fase dell’epidemia il privato si è messo immediatamente a disposizione e con una grandissima capacità: è una grande forza perché il privato stimola il pubblico e questo ci rende più forti e attrattivi”. Sono le parole di Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia, durante l’online talk “La nuova sanità: investimenti, spesa sanitaria e contributo alla Digital Health” organizzato da Rcs Academy. “Gli ospedali sono stati sommersi da pazienti Covid e il privato ha aperto le
sale di terapie intensive e le loro stanze lussuose a pazienti ordinari che venivano trasferiti dal pubblico – ha aggiunto Gallera – Il nostro compito è mantenere questo equilibrio”. Va ricordato che la Lombardia, con il focolaio di Alzano Lombardo e Nembro e la mancata zona rossa di cui ha ampiamente trattato l’inchiesta in più parti realizzata da TPI, è stata la regione più colpita dall’epidemia da Coronavirus, oltre ad essere una Regione che ha privatizzato per il 75 per cento il suo modello sanitario.
“L’assessore Gallera ringrazia gli ospedali privati perché “hanno aperto le loro terapie intensive e le loro stanze lussuose ai pazienti ordinari” malati di Covid. Ora, va bene tutto, ma ci mancava pure il contrario”, è stata l’immediata replica di Jacopo Scandella, consigliere del Partito democratico in Regione Lombardia, alle affermazioni di Gallera. “Quei letti sono stati pagati dal Sistema sanitario, non regalati. Che il privato – ha proseguito Scandella – abbia un tetto massimo di spesa ma nessun vincolo o programmazione regionale sul tipo di prestazioni da erogare – più o meno remunerative, più o meno utili al territorio – è la prima cosa da cambiare. Che poi pochi abbiano stanze lussuose e troppi liste d’attesa infinite, è la seconda”.
Scandella, contattato telefonicamente da TPI, ha poi aggiunto: “Anche se Gallera ci ha già abituato alle sue uscite infelici, questa sua affermazione è parsa subito molto stonata. Sia perché si fa riferimento a “pazienti ordinari” che vengono messi in stanze lussuose, come se ci fossero cittadini di serie A e di serie B, sia per il discorso riferito alla sanità privata, visto che nelle prime settimane dell’emergenza Covid la risposta non è stata proprio prontissima. La sanità privata ha voluto delle garanzie sulla remunerazione e su tutta una serie di altre questioni che ad oggi possono sembrarci assurde ma che, al tempo, hanno fatto parte della trattativa”. “Il privato – ha poi aggiunto il consigliere dem – in Lombardia ha un tetto massimo di spesa, ma non ha vincoli nei confronti della programmazione regionale delle prestazioni erogate. Certo, poi questo porta ad un problema, e cioè che c’è un affollamento sulle prestazioni più remunerative”.
L’inchiesta di TPI sulla mancata chiusura della Val Seriana per punti:
- Quel 23 febbraio ad Alzano Lombardo: così Bergamo è diventato il lazzaretto d’Italia (Parte I inchiesta di Francesca Nava su TPI)
- ESCLUSIVO TPI: Una nota riservata dell’Iss rivela che il 2 marzo era stata chiesta la chiusura di Alzano Lombardo e Nembro. Cronaca di un’epidemia annunciata (Parte II inchiesta di Francesca Nava su TPI)
- Il dirigente condannato, l’assessore incompetente, il direttore pentito. La catena di comando che poteva fermare il virus all’ospedale di Alzano Lombardo ma non l’ha fatto (Parte III inchiesta di Francesca Nava su TPI)
- Quel decreto del 23 febbraio ignorato da tutti: Alzano e Nembro dovevano essere chiusi anche con un solo positivo
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- Dopo l’inchiesta di TPI sulla mancata chiusura di Alzano e Nembro, dalla Protezione Civile una prima conferma: la nota riservata dell’Iss era stata letta e valutata dal comitato scientifico
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