Friuli: rimosso striscione per Giulio Regeni dal palazzo della regione. Il governatore della Lega: “Non sarà mai più esposto”
Friuli: rimosso striscione per Giulio Regeni dal palazzo della regione
Friuli rimosso striscione Giulio Regeni – Lo striscione di Amnesty International con su scritto “Verità per Giulio Regeni” è stato rimosso a Trieste nel pomeriggio di giovedì 20 giugno dal palazzo della regione Friuli Venezia Giulia, presieduta dal leghista Massimiliano Fedriga.
Lo striscione, che era stato esposto nel 2016 dall’allora governatore Debora Serracchiani, è stato rimosso per fare spazio a un addobbo inerente agli Europei di calcio Under 21.
Il governatore leghista Massimiliano Fedriga ha confermato la rimozione e dichiarato che: “Lo striscione non verrà mai più esposto”.
Fedriga, poi, ha affermato che: “Malgrado non condivida la politica degli striscioni e dei braccialetti, non ho fatto rimuovere lo striscione per più di un anno per non portare nell’agone politico la morte di un ragazzo”.
Immediate le reazioni politiche con l’ex presidente Serracchiani che, attraverso un post su Facebook, ha chiesto che lo striscione venga subito riappeso sul balcone del palazzo, che si trova in piazza Unità d’Italia, a Trieste.
Anche Furio Honsell, ex sindaco di Udine e consigliere alla regione Friuli nei banchi dell’opposizione, si è detto sconcertato dalla rimozione dello striscione.
Non è la prima volta che lo striscione su Giulio Regeni, il ricercatore italiano torturato e ucciso in Egitto e sulla cui morte non è stata ancora fatta luce, è al centro delle polemiche politiche e non solo.
Nel 2016, sempre in Friuli, l’allora neo sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, di centrodestra, fece rimuovere dal palazzo comunale lo striscione giallo, appeso dalla giunta precedente di centrosinistra, senza rimetterlo mai più.
Di recente, invece, al centro delle polemiche vi era finito il neo sindaco di Ferrara Alan Fabbri.
Per festeggiare la sua elezioni, infatti, alcuni sostenitori della Lega hanno appeso un cartellone con il simbolo del Carroccio sullo scalone del Municipio, coprendo quello esposto per Giulio Regeni.
Un gesto che aveva indignato numerose persone e che aveva costretto Fabbri a precisare che lo striscione non sarebbe stato toccato dalla sua amministrazione.