Fioramonti sceglie per il figlio una scuola inglese e dice no al test di italiano: bufera sul ministro dell’Istruzione
Alcuni giornalisti si sono recati nella scuola del bambino di 8 anni e il ministro annuncia un esposto al garante della privacy
Fioramonti, figlio alla scuola inglese e no al test di italiano: polemiche
Travolto dalle polemiche sull’istruzione del figlio di 8 anni, che studia all’Estero e che non ha svolto il test di italiano, il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti affida a Facebook il suo lungo sfogo per “il tritacarne mediatico” che lo ha investito e che ha travolto anche il bambino. “Sono turbato da padre e da cittadino”, scrive. “Essere oggetto di pressione mediatica fa parte del ruolo, e lo capisco. C’è però un limite da non valicare”, attacca.
Il ministro di viale Trastevere non ha più potuto tacere dopo quello che è successo qualche giorno fa. “Alcuni giornalisti – racconta – sono andati a scuola di mio figlio chiedendo informazioni sui suoi voti, sul suo comportamento e sugli esami. Mio figlio ha sempre frequentato scuole internazionali perché è nato e cresciuto all’estero e queste scuole sono le uniche che garantiscono continuità curricolare ai bambini che cambiano spesso paese di residenza”.
Il ministro non riesce a nascondere il suo rammarico: “Non pensavo che vivere molti anni all’estero lavorando duro potesse essere usato contro di me”, scrive.
E Fioramonti prosegue, raccontando perché il figlio, che studia alle elementari, non ha affrontato il test di italiano. “Mio figlio, figlio di un italiano e di una donna tedesca, parla 4 lingue (tra cui l’italiano), ma al tempo dell’iscrizione aveva ancora difficoltà a scriverlo, ragion per cui, anche su suggerimento della scuola , abbiamo deciso di non registrarlo per l’esame facoltativo d’italiano”, spiega.
Ma non può fare a meno di precisare: “Comunque, queste sono questioni che attengono alla sua vita privata. Di questo, gli altri non dovrebbero interessarsi. Ha il diritto ad una vita serena al riparo dalle polemiche pubbliche che da Ministro sono chiamato ad affrontare”.
Fioramonti annuncia un esposto al garante della privacy
“Difendo e difenderò sempre il diritto alla libera informazione, accetto in silenzio tutte le critiche, in taluni casi anche molto dure, che mi vengono rivolte. Ma oggi non si attacca il mio lavoro”, lamenta il ministro del governo Conte bis, in quota 5 Stelle. “Recarsi in una scuola elementare per mettere sotto le luci dei riflettori un bambino di 8 anni è un atto di violenza. Tale ingerenza nei confronti della mia famiglia e della comunità scolastica è avvenuta in spregio di ogni tutela della privacy, nonché delle più elementari regole di deontologia professionale”, aggiunge, alzando i toni.
E annuncia che formulerà “un esposto al garante della privacy. Da privato cittadino e non da Ministro. Perché voglio tutelare non solo il diritto alla riservatezza di mio figlio ma quello di ogni genitore a poter crescere ed educare i propri figli senza che la loro vita venga gettata in pasto ai giornali.”. Vuole andare avanti con questa denuncia perché Fioramonti non riesce a spiegarsi “come sia possibile che dati sensibili rispetto alla presenza di un minore in una scuola siano reperibili”.
“Se questi metodi sono pensati per spaventarmi – conclude – dico solo che io andrò avanti nel mio lavoro per trovare più risorse per la scuola e l’università e operare concretamente, come abbiamo fatto pochi giorni fa con l’accordo sugli insegnanti precari, per risolvere i problemi della scuola e della ricerca, che hanno radici antiche, affinché questo sia un Paese migliore”.