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Fine vita, il centrodestra in Piemonte affossa la legge senza nemmeno ammettere la discussione

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Stefano Allasia (Lega), presidente del Consiglio regionale del Piemonte, e Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni. Credit: AGF

La maggioranza di centrodestra in Regione Piemonte affossa una proposta di legge regionale di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito. Ma lo fa senza nemmeno avviare la discussione in assemblea, dichiarando di fatto la propria incompetenza a disciplinare una materia riservata al legislatore nazionale.

Il Consiglio regionale ha infatti approvato con 22 voti favorevoli, 12 contrari e un astenuto la questione pregiudiziale di costituzionalità proposta dal presidente del Consiglio, il leghista Stefano Allasia. Eppure la proposta di legge – che aveva raccolto più di 11mila firme tra i cittadini, nonché l’adesione di diverse celebrità piemontesi, come Luciana Littizzetto e i Subsonica – era stata ritenuta ammissibile dalla Commissione di garanzia del Consiglio regionale.

Marco Cappato e Filomena Gallo, tesoriere e segretaria dell’associazione Luca Coscioni, insieme a Davide Di Mauro, coordinatore del comitato promotore della proposta di legge, accusano il Consiglio regionale piemontese di aver così “sbattuto il portone del palazzo in faccia alle persone che soffrono”.

“La maggioranza dei consiglieri regionali si è nascosta dietro a obiezioni formali del tutto infondate per paura di affrontare la proposta di legge”, attaccano gli attivisti. Con l’approvazione della questione di costituzionalità, osservano Gallo, Cappato e Di Mauro, “il Consiglio regionale vanifica le sottoscrizioni di oltre 11mila piemontesi e rifiuta di stabilire un termine massimo di attesa per una persona irreversibilmente malata che chiede di essere aiutata a porre fine alle sofferenze”.

Ma, fanno notare, “il diritto ad accedere all’aiuto medico alla morte volontaria è stato stabilito a livello nazionale dalla Corte costituzionale e resta quindi in vigore anche in Piemonte”.

Da parte sua, Allasia spiega che il ricorso al tecnicismo della questione pregiudiziale è stato deciso dopo che la Commissione di garanzia del Consiglio ha dato parere “non unanime” di ammissibilità, “caso unico da quando è stata istituita”. “Contemporaneamente –  aggiunge il leghista – l’Avvocatura dello Stato, richiesta di un parere pro veritate da parte della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative regionali, ha sottolineato la presenza di ampi elementi che potrebbero portare a impugnare la proposta di legge regionale per difetto di competenza”.

Di diverso avviso il consigliere del Pd Maurizio Marello, che ha definito la questione sull’incostituzionalità “totalmente infondata, dal momento che il provvedimento non intende stabilire il diritto al suicidio medicalmente assistito ma individuarne tempi, modalità e procedure per quanto riguarda le Asl”.

“Lo Sato – sottolinea Marello – ha già legiferato in materia, non con una legge del Parlamento ma attraverso la sentenza della Corte costituzionale, che dichiara illegittimo parte dell’articolo 580 del Codice penale. La Regione è pienamente competente per legiferare in materia e ne ha non solo il titolo, ma anche il dovere”.

LEGGI ANCHE: Legge sul fine vita, l’Italia è un caso unico nel mondo: ecco la mappa

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