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La rete di potere dell’avvocato renziano Alberto Bianchi della Fondazione Open

Immagine di copertina
Credit: Emanuele Fucecchi/TPI

Alberto è sempre "a disposizione": dalle carte dell'inchiesta sulla Fondazione Open emerge la fitta tela di relazioni costruita dall'avvocato Bianchi

Già potente quando l’amico Matteo Renzi era ancora uno sconosciuto e rimasto tale anche dopo la caduta dell’ex rottamatore.

L’avvocato Alberto Bianchi ha forse raggiunto il massimo del potere quando il senatore di Rignano era premier e lui presidente di Open, quella Fondazione per cui ora si trova indagato dalla Procura di Firenze, ma la sua forza anche quando il Giglio Magico ha iniziato ad appassire emerge dalle stesse carte d’indagine. Un uomo che, partito da Pistoia e approdato a Firenze, avvicinatosi alla Margherita e mantenendo buoni rapporti anche con la destra, sedendo nei CdA delle società pubbliche che contano e poi diventando l’ingegnere finanziario di Open, sarebbe arrivato al punto di dettare le nomine che dovevano fare Governo e Parlamento con un messaggino inviato tramite WhatsApp.

Spaziava in tutti i campi l’attività dell’avvocato toscano e tutti i diversi impegni, così come le idee, le annotava su fogli e foglietti che, dopo i sequestri compiuti due anni fa dalla Guardia di finanza nel suo studio, sono diventati per gli inquirenti strumento con cui trovare conferme alle ipotesi che Open fosse un’articolazione di partito.

Prima di diventare il braccio destro di Renzi, Bianchi, 67 anni, avvocato dal 1986, è cresciuto nello studio del professor Alberto Predieri e ha poi fondato il suo Bianchi e Associati. Venti anni fa ha ottenuto dall’allora ministro dell’Economia e Finanze Giulio Tremonti il prestigioso incarico di liquidatore dell’Efim, l’Ente per il finanziamento delle industrie manifatturiere, e poi, nel 2007, quello di commissario ad acta sulle società in liquidazione coatta amministrativa gestite da Ligestra, una società del Gruppo Fintecna, oltre a quelli nel collegio dei liquidatori di Finanziaria Ernesto Breda, di consigliere di amministrazione di Rai New Media, presidente di Firenze Fiera, di Dada, nel Comitato di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e nel CdA dell’Enel.

Il rapporto con Tremonti sembra tra l’altro non essersi mai interrotto. Tanto che…

Continua a leggere l’articolo sul settimanale The Post Internazionale-TPI: clicca qui.
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