“Non toglieremo la fiamma tricolore dal simbolo di FdI”: Meloni mette a rischio l’alleanza con i Popolari europei
“Il simbolo è scelto dagli iscritti, con buona pace di tutti quelli che in Italia, pur essendo a noi ostili, vorrebbero insegnarci come dovremmo fare politica”: Giovanni Donzelli, dall’alto del suo ruolo di responsabilità all’interno del partito, allontana l’ipotesi che Fratelli d’Italia rinunci alla fiamma tricolore all’interno del logo. “Nessun iscritto di Fratelli d’Italia ha richiesto di modificare il simbolo – ha ribadito – ipotesi che appassiona solo la sinistra italiana. E noi siamo poco inclini ad assecondare i desiderata della sinistra”.
L’ipotesi era sorta per agevolare un’alleanza con i Popolari europei in vista delle elezioni comunitarie del prossimo anno: se Meloni decidesse di rinunciare al simbolo che richiama l’Msi, Manfred Weber – leader dei Popolari all’Europarlamento – lavorerebbe all’accordo Popolari-Conservatori, ribaltando l’attuale assetto. Ma al momento non c’è “nessuna trattativa”, conferma il vicepremier Antonio Tajani. Come confermato dal presidente del Senato Ignazio La Russa, la fiamma ha un valore anche in termini elettorali.
“Il 3-4 per cento”, calcola Antonio Noto, direttore di Noto sondaggi, citato da Repubblica. “Oggi gli elettori di destra di Fratelli d’Italia rappresentano circa il 7 per cento – spiega – l’altro venti per cento che oggi vota per Giorgia Meloni non si autodefinisce di destra. È un elettorato più composito, senza nostalgie. La Fiamma, quindi, non influisce sul consenso”. La fiamma fu decisa nel febbraio 2014, quando attraverso le primarie si decise quale sarebbe stato il logo di FdI: il 77% votò a favore. Anche l’inno ufficiale del Msi conteneva un riferimento al simbolo: “Noi saremo la fiamma d’Italia/il germoglio di un’alba trionfale/la valanga impetuosa che sale/italiani coraggio, con noi!”. “La Fiamma” fu anche il nome con il quale per tutta la sua storia venne chiamato il Movimento sociale italiano.