Fedez attacca Conte: “I comizi gremiti uno schiaffo al mondo dello spettacolo”. L’ex premier: “Hai ragione”
Fedez attacca Conte, il quale risponde e gli dà ragione. Al popolare cantante non sono andate giù le immagini del tour elettorale del presidente M5s Giuseppe Conte, che ritraggono l’ex premier in una piazza gremita a Cosenza. “Se da una parte il ministero dei Beni culturali e il governo non fanno nulla per il mondo dello spettacolo, dall’altra veniamo deliziati da queste immagini festose che rappresentano un vero e proprio schiaffo in faccia per intere famiglie che per voi evidentemente sono inesistenti”, tuona il rapper, che non usa giri di parole per esprimere il suo disappunto: “Fate cagare”.
In una serie di Stories su Instagram, Fedez ha rilanciato le immagini del comizio dell’ex premier in Calabria, facendo montare la polemica sui social, e scatenando in particolare le proteste di altri artisti, molti dei quali stanno stanno rinunciando alle esibizioni live in attesa che il governo aumenti i limiti di capienza per gli spettacoli. “La vostra propaganda – ha scritto tra l’altro Fedez – non può venire prima delle persone”.
“Mi continuo a domandare perché solo in Italia non si fa nulla letteralmente per introdurre norme e progettualità per far ripartire il mondo dello spettacolo con gli strumenti che oggi sono a disposizione e potrebbero garantire la sicurezza di tutti.”, si chiede il rapper. “Quando parliamo di concerti e di spettacoli non stiamo parlando di stronzate di poco conto ma parliamo di più di 200mila lavoratori falcidiati da due anni di immobilità quasi totale e politiche assente. C’è un intero settore in ginocchio da due anni, dimenticato da tutti”. Per il marito di Chiara Ferragni, “il Green Pass è lo strumento per tornare alla normalità, ma non per loro. Con la certificazione perché non riaprire alla capacità massima dei concerti?”.
Anche altri artisti, come detto, hanno condiviso sdegnati le immagini del comizio “sold-out” di Conte. L’obiettivo delle agenzie live e degli artisti è la capienza piena al 100% con la formula del Green Pass assieme alle mascherine, sempre in sicurezza, ma senza il distanziamento. Come peraltro già succede in larga parte d’Europa. Ermal Meta ha commentato ironicamente: “Quindi da domani le capienze degli spettacoli in generale tornano alla normalità?”, mentre Enrico Ruggeri punzecchia direttamente Conte: “Mi fa piacere per lui, ma suona come l’ennesimo sfregio ai cantanti che ci fanno divertire”. ”Perché lui sì e noi no? Vogliamo spiegazioni!! E intanto il nostro settore sta ancora aspettando”, il commento su Instagram di Mahmood.
Non si è fatta attendere, sempre a mezzo social, la risposta di Conte. “Fedez, mi rivolgo a te e agli artisti che come te in queste ore stanno lamentando le attuali restrizioni per la cultura e lo spettacolo mentre invece gli incontri della politica avvengono in piazze gremite di gente. Non va bene, dobbiamo ripartire tutti insieme: la cultura, lo spettacolo, gli eventi sportivi, son settori che hanno tanto sofferto. Non va bene, la capienza va portata dall’80 al 100%. Bisogna ripartire forti e ripartire tutti insieme”.
Caro @Fedez,
sono pienamente d’accordo con voi. E lo sto ripetendo da giorni. pic.twitter.com/DdRB8JVE7J— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) September 22, 2021
A quel punto Fedez ha controreplicato. Senza citare mai il presidente del Movimento 5 stelle, il rapper ha aggiunto: “Oggi si è espressa quasi la totalità degli artisti italiani rispetto a quello che si è visto e che ho commentato anche io. Ovviamente se ne prende uno come esempio ma credo che tutti stiano facendo indiscriminatamente la stessa cosa in questo momento di comizi e campagna elettorale”.
Un attacco quindi non solo diretto a Conte ma a tutte le piazze gremite in questi giorni di campagna elettorale. “Spiace vedere che da mesi gli artisti stanno facendo proposte e non vengono considerati, che i lavoratori chiedano di essere considerati e questo non avvenga – prosegue Fedez nelle stories – E in tutto questo è assordante il silenzio del ministro dei beni culturali, che non c’è in questo dibattito”. Gli artisti “non volevano ottenere risposte personalmente”, ma quelle risposte andavano date a tutte le persone “che non sono messe in condizioni di svolgere il loro lavoro da oltre due anni”. La cosa “triste”, conclude Fedez, “è che sono sicuro che domani la macchina della propaganda e i comizi gremiti con 3-4000 persone senza tampone né green pass continueranno, mentre i concerti no” e tutto questo, per i lavoratori del settore, “potrebbe suonare come una grande ingiustizia”.
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