Evangelos Tsiobanidis, chi è il politico greco alleato dei 5 Stelle alle europee
Il croato Ivan Vilibor (chi è), del partito Zivi Zid che si oppone agli sfratti tramite le occupazioni, il polacco Pawel Kukiz (qui il profilo), cantante, attore e leader del partito che porta il suo nome, la finlandese Karolina Kahonen (il profilo), co-fondatrice del movimento liberale Liike Nyt, e il greco Evangelos Tsiobanidis, leader del Partito dell’agricoltura e e allevamento. Sono questi i nomi degli alleati stranieri del Movimento 5 Stelle annunciati il 15 febbraio in vista delle elezioni europee.
Evangelos Tsiobanidis
Evangelos Tsiobanidis è il leader del partito AKKEL (letteralmente “Partito dell’agricoltura e allevamento della Grecia”), fondato nel 2014 per rappresentare gli interessi di piccoli produttori, pescatori e coltivatori diretti della Grecia.
Tra gli interessi primari del partito vi è la tutela della produzione di filiera corta e del Made in, la tutela dell’ambiente, l’avversione verso i trattati di libero commercio che contribuiscono ad abbassare gli standard di protezione dei diritti dei consumatori e per far precipitare i prezzi dei prodotti locali.
Il partito di Evangelos Tsiobanidis si è anche espresso contro le sanzioni imposte alla Russia che hanno pesantemente danneggiato le esportazioni greche.
I rappresentati di AKKEL sono dei convinti difensori della democrazia diretta e della necessità di rafforzare le istituzioni mediante una costante interazione tra elettori ed eletti.
I candidati del Movimento alle europee
Il Movimento 5 Stelle sceglierà i suoi candidati alle europee di maggio attingendo tra gli iscritti e utilizzando una apposita funzione che sarà attivata sulla piattaforma Rousseau.
Qui abbiamo spiegato come candidarsi alle elezioni europee con il Movimento Cinque Stelle. Il regolamento per le europee 2019 prevede alcune novità rispetto al passato. In particolare una: la laurea, la conoscenza della lingua inglese o un alto livello di specializzazione in un determinato campo professionale saranno riconosciuti come “meriti speciali”. Qui abbiamo spiegato perché il M5s dice addio al noto sistema di “uno vale uno”.