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Home » Politica

Europee, il “trucco” dei partiti minori per evitare di dover raccogliere 150mila firme

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Tra domenica 7 e lunedì 8 aprile partiti e movimenti sono chiamati a depositare negli uffici del Viminale i simboli delle liste che concorreranno alle elezioni europee del 26 maggio.

Fra alleanze più o meno annunciate e liste dai nomi imprevedibili, spicca la tendenza ad alterare il proprio “contrassegno” per fare spazio al rispettivo gruppo europeo di appartenenza. È il caso, ad esempio, di Casapound, che accanto al proprio simbolo ha aggiunto quello di Aemn, l’Alleanza europea dei movimenti nazionalisti, o della Democrazia Cristiana, che specifica l’adesione al Partito popolare europeo (Ppe).

Lo stesso Partito democratico, nel simbolo preannunciato nei giorni scorsi da Nicola Zingaretti, si candiderà insieme alla lista Siamo Europei mettendo ben in evidenza la propria appartenenza al Partito socialista europeo (Pse).

Dietro queste scelte, peraltro, non c’è sempre e solo la volontà di specificare la propria famiglia europea di appartenenza. In alcuni casi si tratta di uno stratagemma per evitare di essere soggetti alla regola che impone, per poter concorrere alle elezioni, di aver raccolto almeno 150mila firme (30mila per ciascuna delle 5 circoscrizioni).

A questa regola, infatti, non devono sottostare i partiti e i movimenti che sono già rappresentati nel Parlamento europeo o in quello italiano. E allora ecco che alle liste minori, che non hanno rappresentanti né a Roma né a Bruxelles, basta aggiungere al proprio simbolo quello del gruppo europeo di riferimento per essere sollevati dalla raccolta firme.

Attorno a questo nodo si era giocata la partecipazione della lista Green Italia-Verdi europei alle europee del 2014. La lista in un primo momento era stata esclusa dalla competizione elettorale perché non aveva raccolto il numero di firme necessario, salvo poi essere riammessa dalla Corte di Cassazione. Nel loro ricorso i Verdi avevano fatto leva proprio sul diritto a essere esentati dalla raccolta firme per via della loro appartenenza a un soggetto politica già rappresentato al Parlamento europeo.

Europee, dal Partito Pirata al Sacro Impero Cattolico fondatore: i simboli depositati al Viminale

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