Europee, PiùEuropa boccia la lista con il Pd. E Calenda si infuria
Della Vedova rifiuta la proposta di Zingaretti: sfuma l'ipotesi di un fronte unitario del centrosinistra
Alle elezioni europee non ci sarà una lista unitaria con Partito democratico e PiùEuropa. E anche il progetto “Siamo Europei”, promosso dall’ex ministro Carlo Calenda, a questo punto rischia di naufragare.
Martedì 12 marzo 2019 il neo-segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ha incontrato il leader di PiùEuropa, Benedetto Della Vedova, per discutere di una possibile convergenza in vista delle elezioni, ma Della Vedova ha rifiutato la proposta di una lista comune.
La formazione che alle politiche del 2018 aveva come capolista Emma Bonino preferisce fare una corsa solitaria con i liberali del gruppo Alde, guidati dal belga Guy Verhofstadt: da un lato perché ritiene di aver un elettorato diverso da quello del Pd, dall’altro perché teme che con una lista unitaria il sistema di voto possa giovare solo ai dem.
Il passo indietro di PiùEuropa è stato accolto con forte disappunto da Calenda: “PiùEuropa ha definitivamente chiuso all’ipotesi di fare una lista unitaria anche dopo l’offerta del Pd di piena e paritetica visibilità dei loghi sotto un ombrello comune. Il fronte unitario delle forze europeiste non ci sarà. È un grave errore. Peccato”, ha scritto l’ex ministro su Twitter.
Poche ore dopo, con un altro tweet, Calenda ha precisato che il progetto “Siamo Europei” non è definitivamente tramontato: a questo punto, ha scritto l’ex ministro, “si verifica se il Pd vuole davvero fare una lista innovativa e di qualità con Siamo Europei. Se è così lavoreremo insieme, altrimenti no”.
Tra PiùEuropa e Pd si è comunque avviato un “percorso comune”, ha spiegato in conferenza stampa Della Vedova. Ma il discorso è rimandato alle prossime elezioni politiche.
All’assemblea dem di domenica 17 marzo Zingaretti ha fatto sapere che per le europee proporrà al partito “di promuovere una lista il più possibile allargata, per coinvolgere la parte migliore della società italiana”.
Intano, però, anche “Italia in Comune”, il movimento fondato dal sindaco di Parma Federico Pizzarotti, e i Verdi si sono sfilati dalla lista unitaria con il Pd e hanno annunciato una lista per confluire nei Verdi europei.
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