Elezioni europee: cosa succederà all’Europarlamento quando verrà approvata la Brexit
Le vicende sulla Brexit nel Regno Unito hanno creato non poco scompiglio all’organizzazione delle elezioni europee. Inizialmente l’uscita del Regno Unito dalla Ue era prevista per il 29 marzo, e questo significava che i britannici non avrebbero partecipato alle elezioni, e di conseguenza il parlamento avrebbe tagliato i suoi membri dagli attuali 751 a 705.
Ma così non è stato. L’accordo sulla Brexit non è stato votato dal parlamento britannico e il governo May ha chiesto – e ottenuto dalla Ue – una proroga al 31 ottobre 2019.
Le carte in tavola sono dunque cambiate: il Regno Unito dovrà votare alle elezioni ed eleggere 73 eurodeputati. Il parlamento rimarrà con lo stesso numero di deputati della scorsa legislatura, ovvero 751. Questo scenario si verificherà a patto che il parlamento britannico non voti l’accordo di divorzio entro il 22 maggio. Se al contrario May riuscirà a convincere Westminster ad approvare il suo accordo, già bocciato 3 volte anche dal suo stesso partito, entro il 22 maggio, ovvero il giorno prima delle elezioni, allora il Regno Unito non vi prenderà parte.
Qui di seguito tutti gli scenari possibili e le conseguenze:
• Il parlamento britannico approva l’accordo entro il 22 maggio: il Regno Unito esce dalla Ue e non partecipa alle elezioni europee. Viene convocata una plenaria ad hoc per ratificare l’accordo.
• Il parlamento britannico approva l’accordo tra il 23 maggio e il 30 giugno: i 73 deputati britannici vengono eletti ma non si insediano. Viene convocata una plenaria ad hoc per ratificare l’accordo e i 73 seggi vengono in parte redistribuiti ad altri stati membri e in parte messi in stand by. Il numero totale dei deputati del nuovo parlamento, composto da 27 membri, sarebbe 705.
Nei paesi che hanno diritto a dei seggi aggiuntivi subentrerebbero i primi non eletti. Ad esempio l’Italia passerebbe da 73 a 76 seggi. La nuova legislatura si insedia il 2 luglio.
• Il parlamento britannico approva l’accordo dopo il 2 luglio: i deputati britannici eletti e insediati decadrebbero e i seggi verrebbero redistribuiti agli altri stati membri. L’accordo di divorzio verrebbe ratificato dal nuovo parlamento che si insedierà il 2 luglio 2019.
I seggi del Regno Unito verrebbero redistribuiti secondo il seguente schema:
5 alla Francia (che salirebbe a 79),
3 all’Italia (76),
5 alla Spagna (59),
uno ciascuno a Polonia e Romania (52 e 33),
3 all’Olanda (29),
uno ciascuno ancora a Svezia (21), Austria (19), Danimarca (14), Slovacchia (14), Finlandia (14), Croazia (12) ed Estonia (7), due all’Irlanda (13).
Nessun seggio aggiuntivo a Germania (96), Belgio, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria e Portogallo (21), Bulgaria (17), Lituania (11), Lettonia (8), Slovenia (8), Cipro, Malta e Lussemburgo (6).