Carelli (M5s) a TPI: “No ai responsabili. Riapriamo il dialogo con Renzi senza parlare del Mes”
Emilio Carelli è una voce autorevole e ascoltata all’interno del Movimento 5 Stelle. Ieri l’ex direttore di SkyTg24, in un’intervista al Corriere della Sera, ha aperto la porta a una nuova interlocuzione con Renzi e Italia Viva per scongiurare la crisi di governo, pur sapendo di essere in contrasto con i vertici del Movimento. Si è aperto un dibattito sull’affidabilità di Renzi e dei suoi. L’abbiamo intervistato per TPI.
Resto convinto. Anche perché il mio ragionamento parte da una premessa: in questo momento l’Italia ha bisogno di un governo con una maggioranza politica forte per gestire l’epidemia, il Recovery Fund e per guidare il G20. Non ho mai creduto alla soluzione dei “responsabili” che è lontana dai valori del M5S. A questo punto l’unica soluzione resta coinvolgere Italia Viva.
Io penso che se procediamo con i veti e con i ricatti non andiamo da nessuna parte. Qui c’è di mezzo il futuro dell’Italia. Qualora ci sedessimo intorno a un tavolo dovremmo puntare su un patto di fine legislatura che trovi l’accordo su alcuni punti. La mia proposta è che i punti su cui l’accordo non c’è vengano accantonati. In questo momento il MES è un argomento divisivo, meglio metterlo da parte. Abbiamo 223 miliardi del Recovery Fund da spendere, cominciamo a fare dei progetti su questi. Sarebbe già una rivoluzione per il Paese.
In politica non bisogna mai dire mai, la politica è la scienza del possibile. Ho fatto un appello a Renzi: se lui ci offrisse degli spunti e delle garanzie per tornare a essere affidabile, perché rifiutarsi? Anche perché l’alternativa sarebbero le elezioni anticipate. In Italia in questo momento ci sono centinaia di morti ogni giorno, decine di migliaia di contagiati, provvedimenti da prendere a favore di chi rimane senza lavoro, e noi sospendiamo tutto per alcuni mesi?
Se si va a elezioni anticipate ci sono circa due mesi di campagna elettorale, un altro mese prima che si insedino le Camere, un altro ancora prima che si formi il governo. Sarebbero 4-5 mesi di stallo. Chi gestirebbe la situazione in una situazione del genere? Chi ragiona di politica deve tenerne conto.
Ogni volta che si è fatto ricorso a questo tipo di voti la situazione non è durata molto. Sarebbe un governo più debole, più fragile rispetto a un esecutivo che abbia alla base un accordo politico forte. A meno che i responsabili non si costituiscano in un gruppo organizzato di moderati di centro, fuoriuscendo dai loro partiti. Al momento, però, non vedo all’orizzonte questa soluzione.
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