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Elezioni regionali in Umbria: a che punto è l’alleanza Pd-M5s e cosa ne pensano i due partiti

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Elezioni regionali 2019 in Umbria: a che punto è l’alleanza Pd-M5s e cosa ne pensano i due partiti

Un’alleanza tra Pd e il M5s alle elezioni regionali in Umbria, che si terranno il prossimo 27 ottobre. È l’ipotesi che sta facendo discutere in queste ore gli esponenti di entrambi gli schieramenti, dopo i segnali di apertura arrivati sia da Luigi Di Maio, con il suo Patto civico, sia da Zingaretti e Franceschini. Il Pd e il M5s, che poche settimane fa hanno inaugurato una stagione di alleanze, con il nuovo governo Conte bis, sono pronti a fare un ulteriore avvicinamento e correre alle regionali?

La posta in gioco è molto alta, dal momento che sarebbe il primo grande e fondamentale banco di prova del gradimento dell’alleanza giallo-rossa e dal momento che le elezioni regionali dei mesi scorsi sono state vinte a mani basse dal centro destra unito. Riportare il bipolarismo alle regionali, e competere ad “armi pari”, contro gli avversari di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, potrebbe rivelarsi un modo tattico per non disperdere voti, e concentrarsi nel successo elettorale che tanto servirebbe ai due partiti di governo per “legittimare” la loro unione.

Ma quanto è apprezzata una simile proposta e come la pensano gli esponenti dei due partiti?

La proposta di Luigi Di Maio

Nella giornata di ieri, 15 settembre, Luigi Di Maio ha lanciato una nuova proposta per le regionali in Umbria: un “patto civico”. “Tutte le forze politiche – si legge in una lettera che ha inviato al quotidiano La Nazione – facciano un passo indietro e lascino spazio a una giunta civica, che noi sosterremo solo con la presenza in consiglio regionale, senza pretese di assessorati. Ognuno correrà con il proprio simbolo in sostegno di un presidente civico, fuori dalle appartenenze partitiche, e con un programma comune”. Di Maio invita tutte le forze politiche a fare un passo indietro per lasciare spazio a una giunta civica, senza avere la pretesa di assessorati o incarichi.

“L’Umbria può essere la culla di un nuovo modo di innovare la politica a partire dal locale, di un nuovo modo di fare imprenditoria coinvolgendo i giovani e il territorio”, ha detto ancora Luigi Di Maio.

La replica di Zingaretti

Le parole di Di Maio sull’alleanza Pd M5s alle regionali in Umbria, sono state accolte con favore dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti. “Anche in Umbria il confronto può andare avanti. Ci sono tutte le condizioni per un processo nuovo che valorizzi la qualità e metta al centro il lavoro, la sostenibilità e il bene dei cittadini umbri”.

“Siamo ai nastri di partenza, bisogna rispettare assolutamente i territori. In Umbria, con le elezioni alle porte si è aperto un processo, che io credo positivo, di avvicinamento delle posizioni che ovviamente va incoraggiato. Noi lo abbiamo detto subito e le parole dette oggi da Di Maio sono un segnale importante. Dobbiamo dimostrare anche in questo di rispettare i processi politici per il bene dei territori”, ha commentato Zingaretti. E a chi gli chiede come sia stata possibile un’alleanza con lo stesso partito con cui fino a poche settimane ci si lanciavano gli insulti peggiori, Zingaretti risponde: “Si cambia idea se c’è un buon motivo per farlo. Un buon motivo è riaccendere l’economia italiana. Ho percorso questa strada anche perché la politica dell’odio stava distruggendo l’Italia e per fermarla abbiamo costruito un governo. Con i 5 Stelle non siamo diventati amici, siamo ex avversari”.

Le altre posizioni nel M5s sull’alleanza col Pd

Ad avallare la posizione del leader del Movimento, è Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Affari esteri. “L’Umbria è un laboratorio che può essere replicato anche in altre Regioni. Noi siamo disponibili ad appoggiare con il nostro simbolo un candidato civico, insieme a tutti quelli che ci stanno, non solo col Pd. I partiti devono fare un passo indietro e i cittadini valorosi vanno avanti”.

Di opinione opposta è il senatore M5s Gianluigi Paragone, che si era già esposto contro l’alleanza di governo giallo-rossa. “Si tratta della mossa di chi non riesce più a trovare uno spazio politico” e che “per forza di cose, pur di sopravvivere, si chiede la scoloritura identitaria visto che sia il Movimento che il Pd vivono una forte crisi d’identità”, dice senza mezzi termini Paragone. “Quando non hai più una identità come è il caso del Movimento rischi di essere schiacciato dal bipolarismo regionale”, dice ancora il senatore dissidente.

Elezioni regionali in Umbria: le altre posizioni nel Pd

Dario Franceschini era stato uno dei primi tra i dem a lanciare una sorta di alleanza alle regionali, prima delle parole di Di Maio. “Se da un governo contro si passerà a un governo per e se governeremo bene, potremo pensare di farla diventare un’alleanza elettorale. Noi vogliamo lavorare per questo, un’alleanza in grado di battere la destra. Un passo alla volta, ma l’Umbria è molto vicina”, ha detto il ministro dei Beni culturali. “Oggi Luigi Di Maio ha detto delle cose importanti. Vedremo, un passo alla volta, non c’è bisogno di correre, ma l’Umbria è vicina e io interpreto le sue parole come un percorso che possiamo iniziare a intraprendere in un’elezione importante come quella in Umbria”, proseguito.

Sul tema interviene anche lo stesso segretario dei dem Umbria, Walter Verini, che definisce positiva l’apertura di Di Maio. “Una scelta necessaria perché la politica e il Pd hanno bisogno come l’ossigeno di un’apertura alla società, e anche per dare il segnale che avevamo capito, dopo la questione morale che ha riguardato parte importante dei vertici politici democratici in Umbria”. Non un’alleanza a tutti gli effetti ma solo un programma comune e un candidato civico “è quello che abbiamo perseguito”, aggiunge Verini. Uno dei nomi che era circolato in proposito era quello dello stilista e imprenditore umbro, Brunello Cucinelli, che però non si è detto disponibile a un simile progetto.

A intervenire sulla proposta di Luigi Di Maio è anche Michele Emiliano, governatore della regione Puglia, che rivendica la “paternità” di un simile esperimento nella sua regione.

“È un modello molto pugliese, perché come ricorderete il patto civico è quello che è nato nel 2004 con le elezioni di Bari ed è andato avanti sempre così. Il PD in Puglia ha sempre un po’ sofferto questa componente civica che io stesso rimettevo al centro della questione politica, però credo che sia una buona mediazione che si può realizzare. Ovviamente in Umbria c’è da ricostruire le macerie e quindi è chiaro che lì la scelta è più radicale”. Emiliano si è detto pronto ad aprire la discussione in merito.

“Una nuova stagione di civismo è la strada giusta per l’Umbria. Da Di Maio arrivano oggi parole di buon senso, che non devono essere lasciate cadere. Per me il punto essenziale è la difesa dei valori portanti della Costituzione, a partire dalla dignità del lavoro e dalla lotta contro le diseguaglianze”, ha detto Roberto Speranza, segretario nazionale di Articolo Uno e ministro della Salute.

Da sinistra arriva l’endorsement anche di Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana. “La lettera di Di Maio che invita a ripensare il governo dell’Umbria a partire da un patto civico nuovo e in discontinuità col passato è giusta e condivisibile. Sinistra Italiana è già impegnata da tempo in questo percorso, sostenendo la coalizione Umbria Civica Verde e Sociale composta da decine di liste civiche”.

La critica di Salvini sull’alleanza Pd e M5s alle regionali in Umbria

Matteo Salvini non ha parole gentili sul “patto civico per l’Umbria”. “Di Maio è evidentemente disperato e supplica il Pd per evitare che M5S possa sparire anche in quella regione. Fortunatamente i cittadini umbri potranno votare, a differenza degli altri Italiani, e quindi chi ha preferito la poltrona alla dignità ha le ore contate. Pd e M5S non possono scappare dai cittadini per sempre. Dopo 50 anni di sinistra, in Umbria c’è voglia di cambiare: non c’è trucco di palazzo che possa evitarlo”, ha detto Salvini.

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