Elezioni regionali in Sardegna, affluenza in aumento rispetto a cinque anni fa: 44,1% alle 19
L’affluenza alle elezioni regionali in Sardegna è in aumento rispetto alle consultazioni di cinque anni fa, anche nella seconda rilevazione dell’unica giornata di consultazioni. Alle 19,00 di oggi la percentuale dei votanti era arrivata al 44,1 per cento rispetto al 43,78% del 2019. Il rialzo era cominciato già nella prima rilevazione della giornata: alle 12,00 di oggi infatti aveva votato il 18,4 per cento degli elettori rispetto al 16,57% del 2019.
Fino alle 19,00 di oggi, si sono recati ai seggi 637.816 elettori su 1.447.753 aventi diritto. Soltanto nel capoluogo regionale Cagliari ha votato finora il 43,8 per cento degli elettori, pari a 215.020 votanti. La percentuale più alta è stata registrata a Nuoro (47,9%), la più bassa nel Medio Campidano (39,9%). Cinque anni fa il dato definitivo dell’affluenza si era attestato al 53,09 per cento, pari a 780.769 elettori su 1.470.401 aventi diritto.
I seggi si sono aperti oggi alle 6,30 e si chiuderanno alle ore 22,00. Gli elettori sardi sono così chiamati a scegliere il nuovo presidente della Regione e a rinnovare il Consiglio regionale. Lo scrutinio delle schede inizierà domani a partire dalle ore 7,00 e si concluderà ufficialmente alle 19,00.
Soltanto nella mattinata di domani conosceremo i primi risultati della sfida tra il candidato del centrodestra Paolo Truzzu, che guida una coalizione di 9 liste; la front-runner del Campo largo composto da 10 liste guidate da Pd e Movimento 5 Stelle, Alessandra Todde; l’ex presidente regionale Renato Soru, leader della Coalizione sarda (che conta 5 liste); e Lucia Chessa per Sardegna R-esiste.
Alle 1.844 sezioni elettorali in cui è suddivisa l’isola sono chiamati a votare 1.447.761 sardi: 709.840 uomini e 737.921 donne, compresi anche 112.221 residenti fuori dalla Sardegna (iscritti all’Aire). Sono 1.415 invece gli aspiranti consiglieri regionali suddivisi in 26 liste per 58 posti disponibili su 60. Gli altri due scranni saranno occupati dal candidato presidente che uscirà vincitore dalle urne e dal suo sfidante arrivato secondo.