Elezioni politiche 2022, dall’elezione dei presidenti di Camera e Senato alla formazione del nuovo governo: cosa succede ora
Risultati elezioni politiche 2022: vince il centrodestra, cosa succede ora
Dall’elezione dei presidenti di Camera e Senato alla formazione del nuovo governo: ecco cosa succede ora dopo la vittoria del centrodestra alle elezioni politiche 2022.
È il primo atto ufficiale della XIX legislatura. Entrambe le Camere si riuniscono il 13 ottobre con la costituzione dell’Ufficio provvisorio di Presidenza, della Giunta delle elezioni provvisoria e la proclamazione di deputati subentranti e l’elezione dei due presidenti.
A guidare la prima seduta del Senato è il membro più anziano, ovvero Giorgio Napolitano. In caso di indisponibilità toccherebbe a Liliana Segre oppure, a seguire, a Silvio Berlusconi. Alla Camera, invece, è il vicepresidente più anziano della passata legislatura a presiedere la prima riunione, ovvero l’esponente di Italia Viva Ettore Rosato.
In entrambi i rami del Parlamento l’elezione dei due presidenti è a scrutinio segreto. Alla Camera per la prima votazione è necessaria la maggioranza dei due terzi dell’aula. Dal secondo scrutinio, bastano i due terzi dei voti incluse le schede bianche. Dalla terza votazione in poi, per eleggere il nuovo presidente è sufficiente la maggioranza assoluta.
Al Senato, nei primi due scrutini, serve la maggioranza assoluta dei due terzi dei componenti dell’aula, mentre nella terza votazione è sufficiente la maggioranza assoluta dei votanti. Qualora fosse necessario un quarto scrutinio, si procederebbe a un ballottaggio tra i due candidati che hanno preso più voti nella precedente votazione. Viene proclamato eletto colui che ottiene la maggioranza, anche se relativa. In caso di parità di voti, viene eletto o va al ballottaggio, il candidato più anziano di età.
Una volta completate le procedure parlamentari, il presidente della Repubblica avvia le consultazioni con i partiti per la formazione del nuovo governo.
Ascoltati tutti i partiti, il Capo dello Stato conferisce l’incarico al premier designato dai gruppi politici, il quale, normalmente, accetta con riserva.
Il presidente del Consiglio incaricato avvia delle consultazioni con i partiti politici al fine di sondarne la disponibilità per un eventuale sostegno.
Una volta sciolta la riserva, il premier incaricato sale al Quirinale e comunica la sua decisione al presidente della Repubblica. In caso di incarico confermato, presenta al Capo dello Stato la lista dei ministri, i quali dovranno essere nominati con decreto del presidente della Repubblica.
Il presidente del Consiglio e i ministri che compongono il governo giurano al Quirinale: da quel momento l’esecutivo è ufficialmente insediato. Subito dopo, a Palazzo Chigi, c’è la cerimonia della campanella, ovvero lo scambio dello strumento che dà il via al Consiglio dei Ministri tra il presidente del Consiglio entrante e quello uscente. Successivamente c’è il primo Consiglio dei Ministri.
Entro 10 giorni dall’insediamento, il nuovo governo dovrà chiedere e ottenere la fiducia dai due rami del Parlamento. Solo una volta ottenuta la fiducia di Camera e Senato, l’esecutivo sarà nel pieno dei suoi poteri.