Elezioni europee Grecia 2019 Risultati | Chi ha vinto | Proiezioni ufficiali
Elezioni europee Grecia 2019 Risultati | La Grecia ha diritto a eleggere 21 europarlamentari. Nel tardo pomeriggio di domenica 26 maggio 2019, alla chiusura delle urne, sono usciti i primi exit poll. Il partito di centro destra è in testa, secondo Syriza del premier Tsipras. (Qui tutti i dati)
Dopo essere stato sconfitto dai conservatori al voto di oggi Tsipras chiede al presidente della Repubblica elezioni anticipate dopo essere stato battuto dal conservatore Nea Dimokatia (ND) di Kyriakos Mitsotakis al voto per le Europee. Lo riferiscono i media greci.
Elezioni europee Grecia 2019 | Sondaggi e proiezioni prima del voto
Secondo le ultime proiezioni elettorali pubblicate da Politico era dato per vinto Nea Dimokratia, nei sondaggi prima del voto stava al 35 per cento con 9 seggi ottenuti, 4 in più rispetto alle scorse elezioni.
Si tratta del principale partito politico all’opposizione, di destra e di ispirazione conservatrice.
Syriza, il partito di sinistra radicale al governo, era dato al 26,4 per cento, vale a dire 7 europarlamentari, uno in più rispetto al 2014.
A seguire il neonazista Alba Dorata al 7 per cento, da KINAL il Movimento del cambiamento (centro-sinistra) sempre al 7 per cento e dal Partito Comunista Greco, stava al 6 per cento.
Elezioni europee Grecia 2019 | Il governo e un po’ di contesto
Il voto delle europee per la Grecia è stato considerato da molti anche un referendum sull’operato del primo ministro Alexis Tsipras, leader della sinistra radicale di Syriza e alla guida del governo da più di 4 anni.
La Grecia, infatti, tornerà al voto a ottobre 2019 per le elezioni nazionali. Solo il 16 gennaio scorso il premier greco Tsipras ha chiesto la fiducia sul suo governo al Parlamento dopo le dimissioni del ministro della Difesa, Panos Kammeno, e dopo i nuovi dissidi sorti per l’accordo raggiunto sul nome della Macedonia settentrionale.
Tsipras in quell’occasione ha ottenuto il numero di voti minimo per continuare a governare fino alle elezioni di ottobre.
Secondo gli ultimi sondaggi infatti il principale partito di opposizione Nea Demokratia avrebbe vinto sulla sinistra di Syriza. Capitanata da Kyriakos Mitsotakis, ex ministro delle Riforme amministrative, la ND sarebbe stata infatti in vantaggio: 35 per cento contro il 26,4 per cento del partito al governo.
La situazione economica in Grecia è ancora instabile, dopo l’uscita dal programma di austerità nel 2018 (cui era soggetta dal 2010) il Paese sta ancora scontando gli effetti della grave crisi economica.
Il partito di sinistra Syriza, guidato da Tsipras, aveva trionfato alle elezioni del gennaio 2015 proprio per il programma profondamente critico rispetto alle politiche di austerity e di accondiscendenza rispetto ai creditori internazionali. Nel tempo i suoi elettori si sono sentiti traditi dal cambiamento della sua posizione oggi considerata più centrista e più moderata nei confronti dell’Europa.
Elezioni Europee Grecia 2019 Risultati | Partiti e coalizioni
I partiti principali sono Syriza (Synaspismós Rizospastikís Aristerás – Coalizione della Sinistra Radicale) e i conservatori della Nea Dimokratia. Il primo confluisce nel Gruppo Confederale della Sinistra Unitaria Europea – Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL) e il secondo al Gruppo del Partito Popolare Europeo (PPE).
A seguire i socialdemocratici del Kinima Allagis che si uniscono al Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici (S&D); i comunisti del Kommounistikó Kómma; gli stremisti di destra del Chrysí Avgí; i centristi di Enosi Kentroon, che mirano ad aggregarsi al Gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (ALDE + En Marche).
In questi otto anni, in cambio dell’approvazione di rigidi provvedimenti finanziari, Atene ha ricevuto complessivamente circa 326 miliardi di euro dalla cosiddetta Troika, l’organismo composto da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale.
La politica di austerity scelta dalla Ue per gestire la crisi greca è stata oggetto di forti critiche. I forti tagli imposti dai creditori internazionali hanno infatti duramente provato il tessuto sociale del Paese ellenico, facendo aumentare la disoccupazione, il tasso di povertà e spingendo molti greci a emigrare all’estero.
La crisi greca esplode nel 2009, quando l’allora primo ministro socialista, George Papandreou, appena eletto, rivela che i precedenti governi hanno falsificati il bilancio dello Stato per consentire al Paese di essere ammesso nell’Unione europea.
Alla luce di questi numeri, la fiducia degli investitori crolla e i rendimenti dei titoli di Stato greci si impennano: Atene rischia il default e si teme anche per la tenuta dell’euro.
Nella primavera del 2010 la Grecia chiede aiuto alla comunità internazionale. A maggio arriva dalla Troika l’ok al primo pacchetto di aiuti: 110 miliardi di euro che saranno erogati in più tranche nell’arco di tre anni.
In cambio, il Governo accetta un rigido piano di austerity, che prevede tagli alla spesa pubblica e massicce privatizzazioni. Nei mesi successivi la disoccupazione e il tasso di povertà nel Paese ellenico registrano un’impennata.
Durante questi otto anni in cui è stato sotto la stretta vigilanza della Troika la Grecia ha dovuto sopportare pesanti tagli al bilancio pubblico che hanno portato, ad esempio, 700mila persone di classe media ad essere a rischio povertà.
Per risanare il bilancio pubblico il governo greco ha avviato una serie di massicce privatizzazione.
Qui una serie di link utili sulle elezioni europee 2019:
Segui su TPI (The Post Internazionale) lo speciale dedicato alle elezioni europee 2019. Troverai tutte le ultime notizie, gli aggiornamenti in tempo reale, gli approfondimenti, gli “spiegoni”, commenti, analisi e interviste. QUI.