Elezioni Europee, il leader del Brexit Party Farage: “Gruppo con la Lega? Non ho ancora deciso”
Elezioni europee Farage gruppo Lega | Le dichiarazioni Nigel Farage. Nigel Farage, il leader del Brexit Party, trionfa alle Elezioni europee. Nel Regno Unito vince il partito che promette una Brexit con il “no deal”. Il partito liberal-democratico supera i laburisti, che rischiano di finire al terzo posto. I conservatori crollano, crescono i verdi e in Scozia si affermano gli indipendentisti.
Commentando i risultati alle urne e la possibile alleanza a Strasburgo con il vicepremier Matteo Salvini, Farage ha affermato: “Un gruppo unico fra il Brexit Party di Nigel Farage e la Lega di Matteo Salvini? Un’opzione, ma per ora non c’è nulla di deciso. Non ho idea, andrò domani a Bruxelles”. Facendo riferimento al suo passato come presidente dell’EFDD, gruppo formato anche al suo ex partito Ukip e dal Movimento 5 Stelle, Farage ha aggiunto: “Vorrei mantenere questo gruppo, ma tutte le opzioni sono sul tavolo”.
Un messaggio chiaro, quello di Farage, rivolto all’Unione e all’Italia: “Vediamo se l’Ue ascolterà soprattutto i risultati del vostro Paese. Avremo una Commissione europea molto diversa, con un potere decentralizzato e disposta a portare il potere vicino alla gente, o continueranno nel processo di integrazione e costruzione del loro impero? Io credo che accadrà quest’ultima cosa, ma penso che i giorni dell’Unione nella sua attuale configurazione siano contati a meno che non cambi molto velocemente”.
Rispondendo all’ipotesi che Londra possa rivedere la Brexit di fronte un’Europa diversa, Farage ha replicato: non possiamo rimanere “in un’Europa con la Commissione, non in un’Europa con i trattati europei”. Quanto al voto britannico, non nega che anche alcuni partiti pro Remain (LibDem e Verdi) siano cresciuti: “Ma noi di più”, taglia corto.
Elezioni europee Farage gruppo Lega | I risultati nel Regno Unito. Il nuovo Brexit Party di Nigel Farage trionfa con il 31,7 per cento alle Europee in Gran Bretagna, secondo i dati pubblicati dal Parlamento dell’Unione, che dà i LibDem filo-Ue secondi al 18,55 per cento (+11 per cento), il Labour terzo in calo al 14, i Verdi (due punti in più) all’11, e i Tory solo quinti crollati al record negativo storico dell’8,7 per cento.
Dei 70 seggi spettanti alla Gran Bretagna a Strasburgo fino a che la Brexit non sarà formalizzata, ve ne sono inoltre tre accreditati agli indipendentisti scozzesi dell’Snp (che concentrano il loro 3 per cento nazionale in Scozia dove si confermano primo partito con il 39 per cento dei voti). E uno agli indipendentisti gallesi del Plaid Cymru, secondi dietro al Brexit Party, ma davanti al Labour, nel piccolo Galles.
Zero seggi infine sia per gli euroscettici storici dell’Ukip, ormai orfano di Farage, sia per i neonati eurofili di Change Uk (gruppo centrista formato da transfughi di Labour e Tory), entrambi fermatisi a un 3,5 per cento di consensi nazionali. Restano poi da assegnare i 3 seggi dell’Irlanda del Nord, che ha votato con un sistema elettorale diverso e in un panorama dominato esclusivamente da partiti locali (come gli unionisti del Dup, i repubblicani dello Sinn Fein o i socialdemocratici nordirlandesi) e da candidati indipendenti.