Michele Santoro a TPI: “Grazie a noi la pace non è più proibita”
Intervista al leader di Pace Terra e Dignità, candidato alle imminenti elezioni europee: "Il nostro obiettivo non è creare l'ennesimo piccolo partito ma costruire un movimento collettivo contro la guerra. Il conflitto è un suicidio per l'Ucraina. Da Russia e Cina segnali di pace, l'Europa dovrebbe coglierli ma ha ceduto la sua sovranità agli Usa. Al Parlamento Ue non aderiremo mai al gruppo dei Verdi: loro sono per la linea intervista in Ucraina. Infatti Sinistra Italiana evita di parlare di guerra"
Michele Santoro ha promosso la lista Pace Terra Dignità, in corsa per le elezioni europee dell’8 e 9 giugno. La sua lista ha raccolto 100.000 firme ed è presente in tutte le circoscrizioni del Paese.
Santoro, in una recente iniziativa a Firenze, Orsini ha dichiarato che lei sta avviando un processo di istituzionalizzazione del movimento pacifista in Italia. Avverte questa responsabilità?
“Alessandro Orsini a Firenze ha fatto un’osservazione molto acuta: il nostro obiettivo non è creare l’ennesimo piccolo partito, ma costruire un movimento collettivo che legittimi le nostre posizioni contro la guerra. Un punto di vista, il nostro, spesso criminalizzato dai media, che però riscuote in realtà ampio consenso tra la gente comune. Il nostro movimento deve spingere i partiti verso la pace”.
“Abbiamo già ottenuto risultati significativi: l’esistenza della nostra lista ha portato il M5S a utilizzare la parola pace nel proprio simbolo e il Pd a candidare Marco Tarquinio, con cui ho condiviso l’iniziativa Pace Proibita. Trovo imbarazzante questa scelta, considerando che il Partito Democratico approva e vuole incrementare l’invio di armi in Ucraina ma considero questo un risultato della nostra pressione”.
“Persino le pozioni del governo sono oggi più caute, come dimostrano le dichiarazioni dei ministri Crosetto e Tajani, contrari a un impegno di soldati italiani nel conflitto ucraino. Anche la Presidente Meloni ha richiamato alla cautela. Questi segnali indicano che l’opinione pubblica, a cui vogliamo dare voce, preoccupa i politici perché potrebbe assumere forme e dimensioni incontrollabili”.
Perché i partiti presenti in Parlamento si accorgono solo ora di questa situazione? Esiste ancora un sistema di rappresentanza efficace? Secondo lei la politica può esistere senza i partiti?
“Credo che i partiti debbano mantenere la loro valenza democratica di rappresentanza. Tuttavia, quelli attuali si sono ridotti a strutture tese alla conservazione dell’esistente, impermeabili a qualsiasi novità che possa destabilizzare i loro equilibri. Non hanno valori riconoscibili e una visione del Paese e dell’Europa. I contenuti spesso si riducono a una serie di siparietti mediatici fini a se stessi”.
“Con la nostra lista, abbiamo visto come ogni nuovo tentativo di cambiare le cose venga soffocato: siamo stati esclusi da tutti i telegiornali e dai grandi quotidiani d’informazione. Il sistema di lottizzazione dei partiti delimita le sfere di influenza, dai media agli organi di controllo, creando un sistema censorio e propagandistico. Nonostante ciò, abbiamo riempito molti teatri, e la piazza di Firenze con Orsini è stata emozionante. Mentre noi provochiamo una partecipazione spontanea, gli altri partiti sono costretti ai classici cammellaggi organizzati”.
Negli ultimi due mesi ha girato molte città italiane. Che sensazioni le ha trasmesso la gente?
“Abbiamo condotto questa campagna con pochissimi mezzi, riscoprendo il piacere di stare tra le persone. Utilizzare piccole pedane in una sorta di Hyde Park itinerante ci ha permesso di realizzare un contatto umano e fisico con la gente, creando un’empatia forte. Le persone sono uscite di casa per stringerci la mano, manifestare soddisfazione e condividere un pensiero comune. Questo crea una reale percezione di rappresentanza e vincola a un impegno emotivo e fiduciario, frutto di un incontro diretto e non mediato dai social o da un palco protetto da transenne. È un modo per uscire dalla solitudine virtuale e condividere momenti di comunità”.
“Le donne sono state un elemento portante della nostra campagna. Il nostro non è un movimento a trazione maschile: in Pace Terra Dignità, le donne sono state il nucleo dell’attivismo, portando avanti una politica fatta di valori e sentimenti. Come ha detto Moni Ovadia, è la politica che deve scegliere tra la vita e la morte, perché essere contro la guerra significa questo. Le donne sono le prime a capirlo e a interpretarlo al meglio”.
A quale gruppo europeo aderirà in caso di successo Pace Terra Dignità?
“I gruppi europei rappresentano una gabbia vincolante. Ho avuto un’esperienza sofferta con i Socialisti Europei, a cui aderii da indipendente, ma chiusi i rapporti perché vi prevaleva una disciplina verticale che limita la libertà del deputato. Tuttavia, una scelta dovrà essere fatta e la nostra discriminante sarà la posizione sulla guerra”.
“Escludiamo, ad esempio, l’adesione al gruppo dei Verdi Europei, vista la loro posizione fortemente interventista in Ucraina. Questa è una delle grandi ambiguità di Sinistra Italiana, che presentandosi alle europee con Alleanza Verdi Sinistra è costretta a mettere la guerra in secondo piano”.
“Sinistra Italiana preferisce non parlare di guerra, concentrandosi su campagne umanitarie come quella legata a Ilaria Salis. Lo dico con tutta l’attenzione che io stesso ho sempre dato alla vicenda: un conto è occuparsi della questione dei diritti umani violati, che è importante e che riguarda una persona, un altro è farne il tema principale di un’intera campagna, con una convergenza del sistema informativo nazionale, che è sospetta perché, riguardando Orban, rientra in una narrazione più grande che vuole alimentare la contrapposizione con tutti i filo-russi. Detto ciò, i sondaggi li danno in zona di sicurezza; quindi, auguro alla Salis di essere eletta e a Sinistra Italiana di superare il quorum”.
“Non ci sarebbe stato alcun problema per noi se loro avessero accettato la nostra proposta di fare una lista unitaria, ma credo non abbiano voluto farlo per non creare problemi alla loro alleanza con il Pd. Speriamo però che i sondaggi non si rivelino una bufala, dato che la mia sensazione è che, come Report ha messo recentemente in evidenza, essi non siano più realizzati in maniera scientifica, perché costerebbero troppo. Per questo hanno perso autorevolezza e sono diventati uno strumento di propaganda”.
Molti pensano che il tema della guerra in Europa sarà determinante per l’esito del voto dell’8 e 9 giugno. Come commenta la posizione interventista di Macron e Scholz sull’uso delle armi occidentali in territorio russo?
“Credo sia necessario superare l’ipocrisia sulla questione dell’autodifesa dell’Ucraina. Tutte le azioni militari ucraine sono condotte con armi occidentali, utilizzate con il supporto decisivo degli americani con l’impiego diretto dei satelliti e dalla loro intelligence. L’unica cosa che gli ucraini fanno da soli è morire”.
“Io e pochi altri, come Orsini e Di Battista, diciamo dall’inizio che questo è un conflitto suicida per l’Ucraina, senza alcuna possibilità di vittoria contro la superiorità militare e demografica della Russia. Oggi all’Ucraina mancano i soldati, non le armi. Gli ucraini non vogliono più fare la guerra e cercano di disertare”.
“Di fronte a questa situazione, ci sono due opzioni: mandare le truppe europee o continuare con una guerra a distanza, permettendo all’Ucraina di colpire la Russia con missili a lunga gittata. Questa seconda opzione è rischiosissima perché la Russia potrebbe usare le sue testate nucleari. Ovviamente nessuna delle due ipotesi risponde al buon senso e ai principi della nostra costituzione”.
“L’unica soluzione è che l’Europa accolga i segnali di pace provenienti da Russia e Cina e promuova un armistizio con la partecipazione delle superpotenze mondiali, lavorando a un quadro di sicurezza per tutti. Non mi piace pensare che il conflitto si risolva con una parte dell’Ucraina che passa alla Russia e l’altra che entra nella Nato, personalmente, credo che l’Ucraina debba e possa mantenere la sua integrità territoriale, se si impegna a essere militarmente neutrale e a consentire l’autodeterminazione delle minoranze russofone. Ma la cosa più importante di tutte è che l’Europa riprenda la sua sovranità che ha ceduto alle influenze americane”.