Come cambia il Parlamento europeo: la proiezione dei seggi
Elezioni europee 2019 risultati proiezioni | La prima proiezione del nuovo parlamento Ue
Elezioni europee 2019 risultati proiezioni |Nella serata del 26 maggio, quando ancora non tutti i paesi hanno concluso le operazioni di voto, è stata pubblicata la prima proiezione ufficiale della composizione del nuovo Parlamento Ue, basata sui dati di 12 paesi. ••• A QUESTO LINK GLI EXIT POLL IN TEMPO REALE •••
Le ultime proiezioni del parlamento europeo aggiornate alle 10 mostrano che in tutta Europa i partiti europeisti, Popolari, Socialisti, Liberali, Verdi e Sinistra, sono in maggioranza. I sovranisti crescono rispetto al 2014, ma non c’è stata l’ondata euroscettica che molti temevano (e molti speravano).
La proiezione del Parlamento europeo è una stima della sua composizione in seguito alle elezioni. Viene stabilita da Kantar in base all’aggregazione dei risultati delle elezioni, delle stime o dei dati dei sondaggi pubblicati negli stati membri al termine della votazione.
La proiezione si basa sulla struttura del Parlamento uscente. Popolari a 177 seggi, socialisti a 149, liberali dell’Alde a 107 seggi e Verdi a 69 seggi: questo il quadro che emerge dalle proiezioni pubblicata dal Parlamento europeo sulla base dei risultati non ancora definitivi.
La Lega, per numero di seggi, è il secondo partito in Europa e prima forza politica del futuro gruppo Alleanza europea dei popoli e delle nazioni.
Primi nell’Ue sono i tedeschi della Cdu-Csu che dovrebbero raccogliere 29 seggi, mentre il Rassemblement di Marine Le Pen avrebbe conquistato 22 seggi. La Lega, secondo le stime del Pe, dovrebbe invece ottenere 28 seggi.
Cosa faranno i partiti dopo che entreranno in parlamento? Con chi si affilieranno? Il Partito democratico rimane all’interno del gruppo dei Socialisti e democratici e che vedrà, secondo le ultime proiezioni, un calo di ben 40 seggi.
Forza Italia andrà a sedersi tra le fila del partito popolare europeo, il più antico e quello storicamente più numeroso dell’Europarlamento, che sarà in calo di ben 45 membri.
Salvini ha invece l’ambizione di guidare l’Alleanza delle nazioni, il vecchio Enf, che aumenterebbe la sua presenza di ben 35 seggi, arrivando a superare i 70. Dell’alleanza fanno parte Afd, Rassemblement National di Marine Le Pen e i Veri Finlandesi.
In ultimo, il partito di Giorgia Meloni, sederà nel gruppo dei Conservatori e Riformisti, che passano a 17 eurodeputati in meno.
Le possibili alleanze post voto
Per la prima volta dal 1979 a oggi, i seggi di Popolari e socialisti, non sono sufficienti a raggiungere la maggioranza.
Tra le ipotesi più accreditate vi è quella di una sorta di alleanza trasversale tra popolari, socialisti e liberali, che secondo gli ultimi sondaggi e le ultime proiezioni sulle elezioni europee 2019, raggiungeranno quota 438.
Un altro scenario vede un asse socialisti, liberali, verdi e sinistra europea. Come si vede dal grafico, questa ipotesi raccoglierebbe circa 360 seggi, ancora lontani dalla maggioranza.
In chiave di dualismo tra europeisti/moderati e sovranisti, potrebbe inoltre figurarsi una sorta di immensa coalizione, tra popolari, socialisti, liberali, verdi e sinistra da un lato, e sovranisti e populisti dall’altro.
Improbabile appare invece l’alleanza tra popolari e sovranisti, già scartata da Manfred Weber, candidato di punta del Ppe. Un’alleanza del genere, (Ppe, Ecr e Enf) a conti fatti, avrebbe intorno ai 300 seggi. 320 se si contassero anche gli Eurodeputati di un eventuale gruppo M5s, alleato di piccolissimi partiti, che probabilmente neanche riuscirà a eleggere deputati in Parlamento.
In questo caso la maggioranza dei 376 seggi è molto lontana.
Non resta che attendere, impazienti, il 26 maggio, quando le proiezioni diventeranno realtà. E si darà avvio al gioco delle alleanze, che definirà il volto della nuova Europa. O almeno quella dei prossimi cinque anni.