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Elezioni in Emilia Romagna, la sinistra che toglie punti a Bonaccini

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Sono tre i candidati a sinistra del Pd, ma la spaccatura nella "regione rossa" rischia di consegnare il paese a Salvini

Elezioni in Emilia Romagna, la sinistra che toglie punti a Bonaccini

A meno di dieci giorni dalle elezioni regionali in Emilia Romagna, che rappresenteranno un banco di prova per il governo, è il momento di guardare agli scenari che potrebbero profilarsi all’indomani del voto di domenica 26 gennaio 2020.

Una vittoria del centrodestra, che corre unito a sostegno della senatrice leghista Lucia Borgonzoni, sarebbe infatti – dopo la sconfitta elettorale in Umbria – l’ennesimo colpo per il governo Conte, sostenuto dalla fragile maggioranza Pd-M5S-Italia viva-Leu. La debacle metterebbe a serio rischio la tenuta dell’esecutivo, già in bilico di fronte a sfide come la riforma della prescrizione e la modifica dei decreti sicurezza.

Sul fronte del centrosinistra lo sfidante è l’attuale governatore emiliano Stefano Bonaccini, l’unico in grado di tenere testa alla Borgonzoni. Il candidato del Pd è sostenuto anche dalla lista Emilia-Romagna Coraggiosa (formata da Articolo Uno, Sinistra Italiana, éViva e realtà politico-associative locali), Europa Verde, Volt, lista +Europa-Bonaccini Presidente (formata da +Europa, Psi e Pri) e lista Bonaccini Presidente (formata da Italia in Comune, Azione, Possibile e Italia Viva).

Tuttavia, considerato che gli ultimi sondaggi che prevedono un testa a testa con Borgonzoni, a far pendere il piatto della bilancia verso il centrodestra potrebbe essere la scelta di parte della sinistra di candidare figure diverse da Bonaccini. Una decisione all’apparenza ininfluente dal punto di vista elettorale, ma che potrebbe rivelarsi determinante nel caso in cui lo scarto tra i due candidati sia di pochi punti percentuali.

Ricordiamo infatti che esistono tre altri candidati a sinistra di Bonaccini: Marta Collot di Potere al Popolo, Stefano Lugli, sostenuto dalla lista L’Altra Emilia-Romagna (di cui fanno parte Rifondazione Comunista, Partito Comunista Italiano e Partito del Sud) e Laura Bergamini, sostenuta dal Partito Comunista.

Quasi tutti i sondaggi – pubblicabili fino al 10 gennaio – hanno visto infatti Bonaccini in testa, con uno scarto intorno ai 2 punti percentuali. Nell’ultima rilevazione, diffusa il 9 gennaio, il candidato Pd era stimato tra il 45 e il 49 per cento e la candidata leghista tra il 43 e il 47 per cento.

Anche immaginando che ciascuno degli altri candidati di sinistra riesca a ottenere solo l’un per cento dei voti, quindi complessivamente il 3 per cento, la scelta di non sostenere Bonaccini potrebbe costare caro alla “regione rossa”: potrebbe voler dire consegnare l’Emilia Romagna alla Lega e il paese a Salvini.

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