Comunali Roma, Calenda sfida Zingaretti: “Non hai un candidato forte, devi accontentarti”
Comunali Roma, Calenda sfida Zingaretti: “Non hai un candidato forte”
Carlo Calenda ha ufficializzato da qualche giorno la sua candidatura a sindaco per le elezioni comunali a Roma del 2021: il leader di “Azione” non si candiderà con il Pd di Nicola Zingaretti, a cui però domenica scorsa – nel corso della puntata di Che Tempo Che Fa – ha teso una mano: “Dovrebbe appoggiarmi se pensa che io sia la persona adatta per governare la Capitale”. Qualche ora dopo, tuttavia, è arrivata la risposta del segretario dem: “In ogni città il centrosinistra si sta organizzando per vincere le elezioni – ha dichiarato Zingaretti – e anche a Roma. Un patrimonio di forze, di donne e uomini, che ha già vinto nella Capitale e che ora sta discutendo sul manifesto e sugli obiettivi, per poi attivarsi per selezionare il percorso da intraprendere facendo decidere ai romani. Credo che la partecipazione popolare e la valorizzazione nelle città di queste donne e questi uomini sia un immenso patrimonio per vincere le elezioni. Il percorso è aperto a tutti, quindi anche a Calenda”.
In altre parole, Zingaretti ha invitato Calenda a passare dalle primarie del Pd, prima di candidarsi ufficialmente a Roma. A confermarlo anche il segretario del Pd nel Lazio Andrea Casu: “Quella di Calenda è una candidatura contro tutto quello in cui il Pd crede: le primarie e il Governo di cui siamo parte fondamentale. Purtroppo ancora una volta divide e la destra brinda”. Ma è a questo punto che è arrivata la bordata da parte di Calenda, ospite a L’Aria che tira su La7, contro il Pd: “Le primarie sono prive di senso in questo momento. Per ora a Roma sono il candidato del mio movimento, e sono convinto che con me si vince e si risolleva la città. Se vado col centrosinistra lo deve decidere il centrosinistra. Se ci fosse un altro nome? Resterei in campo, ma se ci fosse stato un candidato solido questo problema non si sarebbe posto, penso che sarebbe più facile per il Pd appoggiare uno dei loro, ma uno dei loro non c’è. Devono accontentarsi…”.
Il leader di Azione ha poi spiegato i motivi del suo “no” alle primarie del Pd: “Il governo decide che non possono esserci più di sei commensali a tavola e poi apri i gazebo a quarantamila persone? Mentre se le primarie si fanno con numeri bassi finisce che prevalgono le truppe cammellate…”. A questa battuta, ha risposto a stretto giro un altro big del Pd, Andrea Orlando: “Carlo Calenda si candidi pure ma non tenti di delegittimare le primarie con argomenti discutibili”.
Gli altri possibili candidati
Eccezion fatta per la sindaca uscente, Virginia Raggi, che è stata riconfermata nella corsa al Campidoglio dal Movimento Cinque Stelle (nonostante non poche frizioni interne), tutti gli altri partiti non hanno ancora ufficializzato le loro candidature per le comunali a Roma. Nel Pd regna ancora il caos: tanti i nomi circolati in questi giorni (dall’attuale presidente del Parlamento europeo David Sassoli al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, passando per l’ex premier Enrico Letta, il commissario europeo Paolo Gentiloni, l’ex ministro della Cultura Massimo Bray, la senatrice Pd Monica Cirinnà, il presidente del III municipio Giovanni Caudo, il consigliere regionale Paolo Ciani, coordinatore nazionale di Demos, ma anche Tobia Zevi, presidente di “Osservatorio Roma!”).
Correrà da solo il giovanissimo Federico Lobuono, 20enne ex tesserato Pd e Italia Viva, che ha fondato la lista “Giovane Roma”. Alle elezioni comunali a Roma ci sarà anche Vittorio Sgarbi con la sua lista “Rinascimento”, il presidente del VII Municipio Monica Lozzi (che ha lasciato in polemica il M5s e correrà da sola, sostenuta da “Italexit” di Gianluigi Paragone) e Massimo Giletti, anche se quest’ultimo non ha ancora ufficializzato la sua candidatura. Ci sarà, infine, un candidato in una lista sostenuta dal Partito animalista italiano. L’ultima ufficialità, adesso, è proprio quella di Calenda.
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