Rinvio delle elezioni comunali a dopo l’estate? Il dossier nelle mani di Draghi. Al Colle l’idea non dispiace
Sarà uno dei primi dossier a finire sul tavolo di Mario Draghi spiegano da palazzo Chigi: quello delle elezioni comunali. D’altra parte parliamo delle più importanti città italiane a cominciare dalla capitale Roma. Poi Milano, Napoli, Torino, Bologna. Sarà inevitabile per il governo prendere posizione al più presto.
Il tema è se procedere con elezioni a maggio, cioè a scadenza naturale, oppure se rinviare tutto a dopo l’estate, settembre o forse ottobre. Il Quirinale, in particolare, vedrebbe di buon occhio questa seconda opzione, spiega chi ha avuto modo di sondare gli umori del Colle in tal senso: “Sarebbe impensabile aprire i comizi elettorali in piena pandemia con il rischio di creare seri problemi alla lotta al Covid e alle vaccinazioni che già vanno a rilento”, è il refrain.
Anche il governo, stando alle prime indiscrezioni propenderebbe per la “linea Colle”, ma ancora non ci sono decisioni ufficiali in tal senso. I partiti intanto premono affinché una decisione venga presa il prima possibile: fa molta differenza sapere se hanno ancora qualche mese di tempo per chiudere le candidature oppure no.
Candidature che in molte città, a cominciare dalla capitale, sono in alto mare: a Roma per esempio i Dem vorrebbero candidare l’ex ministro dell’economia Gualtieri, che da par suo avrebbe già dato un ok di massima (ed è molto gradito a Caltagirone, l’influente editore del Messaggero), ma la Raggi non ne vuole sapere di farsi da parte: da tempo ha già messo a punto persino le linee strategiche della campagna elettorale.
Anche nel centro-destra è tutto in alto mare: la sfida è tra Abodi e Bertolaso ma le ultime divisioni dovute alla nascita del governo Draghi non aiutano la ricerca di un accordo. Per questo avere più tempo e votare dopo l’estate potrebbe fare la differenza per molti.
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