Elezioni, l’appello di Letta ai candidati: “Un 4 per cento in più a Renzi, Conte o Calenda consegna il Paese alla destra”
“Voglio lanciare un allarme per la democrazia italiana, peso le parole, non voglio usarle a vanvera: abbiamo 17 giorni per cambiare la storia del nostro Paese ed evitare che l’allarme per la democrazia italiana diventi realtà“, così il segretario del Pd Enrico Letta nel suo appello ai candidati dem lanciato su Zoom. Nel suo video-messaggio Letta ha paragonato il voto del 25 settembre in Italia e il rischio di una schiacciante vittoria del centrodestra al referendum sulla Brexit del 2016.
Secondo il leader del Pd gli elettori britannici in occasione del voto pensarono che “tanto alla fine l’Europa li avrebbe salvati dal fallimento, ci avrebbe pensato Bruxelles”. “Pensarono in questo modo e alla fine tanti non andarono a votare, perché non pensavano che il referendum sarebbe stato così decisivo. Eppure quel voto, una volta dato, è rimasto per sempre, come è giusto che sia. Perché il voto in democrazia non può immaginare una cancellazione successiva. Una volta che hai votato quelle sono le conseguenze”, ha continuato.
“Un +4% a Calenda o a Conte tolto a noi, oggi, consentirebbe alla destra di superare il 70 per cento di rappresentanza parlamentare”, ha aggiunto Letta, citando “la torsione iper-maggioritaria della legge elettorale che, congiunta alla riduzione del numero dei parlamentari, crea un rischio che venga stravolta nei fatti la nostra Costituzione, un rischio democratico che il nostro Paese non ha mai vissuto come adesso”. Di qui il richiamo a tutti i candidati a fare il massimo nei restanti 17 giorni di campagna elettorale.
Al segretario dem ha replicato il vicepresidente della Camera di Fdi Fabio Rampelli, chiamando il Pd il “Partito del Potere a ogni costo”. “Hanno governato per 11 anni senza mai aver vinto le elezioni. Non sono il Pd ma il Pdp, anche a dispetto della democrazia”. Un commento al vidoe-messaggio di Letta è arrivato anche dal presidente di Italia viva Ettore Rosato, secondo cui “non è la legge elettorale che regala il Paese alla destra ma una leadership incapace, la tua, di costruire qualsiasi tipo di coalizione. La destra non ha mai avuto alleato migliore”.