Draghi: “Usa e Russia si siedano a un tavolo, una pace imposta sarebbe un disastro”
Draghi: “Usa e Russia si siedano a un tavolo, una pace imposta sarebbe un disastro”
“Bisogna riflettere su quelli che sono gli obiettivi di questa guerra a questo punto”. Lo ha detto oggi Mario Draghi, dopo l’incontro alla Casa bianca con Joe Biden. Nella conferenza stampa tenuta oggi, il presidente del Consiglio ha ammesso le potenziali divergenze tra Unione Europea e Stati Uniti sul futuro del conflitto in Ucraina. “L’Europa è l’alleato degli Stati Uniti, quindi le visioni europee non sono in contrasto con quelle degli Stati Uniti: sono però in fase di cambiamento. Ed è per questo che occorre affrontare questa diversità che si manifesterà tra poco, ma non siamo ancora a livello di contrasto”, ha affermato. “Quella di cui abbiamo parlato oggi è una riflessione preventiva. Bisogna cominciare, come dicevo prima a definire questi obiettivi”
“Il processo continua per quel che è, ma bisogna riflettere su quelli che sono gli obiettivi di questa guerra a questo punto. E su questa riflessione poi decidiamo che fare”, ha sottolineato, riflettendo anche sul ruolo di Pechino. “La Cina non è alleata degli Stati Uniti, non si capisce bene come viva questa alleanza con la Russia”.
Secondo Draghi, è necessario comunque uno sforzo per riavviare le trattative, alla luce anche della debolezza mostrata dalla Russia. “La guerra ha cambiato fisionomia, inizialmente era una guerra in cui si pensava ci fosse un Golia e un Davide, essenzialmente di difesa disperata che sembrava anche non riuscire”, ha detto Draghi. “Oggi il panorama si è completamente capovolto, certamente non c’è più un Golia, certamente quella che sembrava una potenza invincibile sul campo e con armi convenzionale si è dimostrata non invincibile con le armi convenzionali”, ha continuato. “Questo porta tutte le parti a riflettere sugli obiettivi della guerra e che tipo di pace si vuole. Prima di arrivare a questo punto serve che ci si sieda tutti intorno a un tavolo, anche Stati Uniti e Russia. Bisogna sforzarsi per portare le parti intorno a un tavolo, una pace imposta sarebbe un disastro”.
Per Draghi, “chiunque siano le persone coinvolte l’importante è che cerchino la pace, non affermazioni di parte. “Non bisogna cercare di vincere, la vittoria poi non è definita: per l’Ucraina significa respingere l’invasione, ma per gli altri?”, ha ribadito, dopo aver detto l’Italia non doveva “cercare un ruolo”. In ogni caso, ha sottolineato, dovrà essere il presidente ucraino Volodimir Zelensky a “definire cos’è una vittoria” per Kiev.
Il capo del governo è anche tornato sulla proposta italiana di imporre un tetto sul prezzo del gas a livello europeo, “accolta con favore” dall’amministrazione statunitense. “Anche se l’amministrazione sta riflettendo più su un tetto al prezzo petrolio che su gas, si è deciso che ne riparleremo presto insieme”, ha detto. Riguardo la proposta di imporre un embargo sulle importazioni di petrolio dalla Russia, Draghi ha riconosciuto come “i pareri non sono unanimi” all’interno dell’UE. “Ma su questo noi continueremo ad andare avanti”, ha detto l’ex presidente della banca centrale europea, che ha commentato i diversi approcci tra Stati Uniti ed Europa in ambito macroeconomico. “Le banche centrali devono aumentare i tassi ma se li aumentano troppo fanno cadere il paese in recessione ma di questa difficoltà Lagarde è pienamente consapevole”, ha detto. “La situazione è molto diversa tra Stati Uniti e Unione Europea, negli Stati Uniti il mercato del lavoro è a pieno impiego, in Europa no, quindi il passo di normalizzazione della politica monetaria sarà necessariamente diverso”, ha spiegato. “Noi come governo possiamo cercare di attenuare la perdita di potere d’acquisto sulle categorie più deboli”.