Draghi a TPI: “Sospendere AstraZeneca? Nessun errore. Non ho agito per interessi tedeschi”. Ma non spiega | VIDEO
Draghi a TPI: “Sospendere AstraZeneca? Nessun errore”
“Lo stop non è stato un errore, mettetevi nei miei panni. Interessi tedeschi? No. Abbiamo deciso la sospensione perché Ema si è presa una settimana per valutare i rischi”: così il premier Mario Draghi rispondendo alla domanda del direttore di TPI Giulio Gambino nel corso della conferenza stampa sul decreto sostegni.
Gambino ha chiesto al premier se ritenesse un errore aver sospeso la somministrazione del vaccino AstraZeneca “senza evidenze scientifiche“. “Quali sono state le motivazioni che hanno spinto la Germania e questo governo a prendere la decisione di sospendere il vaccino? Si è deciso di fare gli interessi tedeschi o avete dati che non sono noti?”, ha domandato il direttore di TPI. “Perché in assenza di dati scientifici sono state comunque prese queste decisioni?”.
“Un errore? no”, ha risposto Draghi. “Abbiamo voluto prendere un po’ di tempo per verificare la sicurezza delle vaccinazioni. Gli scienziati avevano pareri diversi, in Italia un parere, in Germania un altro, in Spagna un altro ancora. La decisione non è stata presa per imitazione o per “interessi tedeschi”: questo significherebbe che anche gli altri Paesi hanno questi interessi tedeschi da tenere in considerazione”.
“Non ci sono interessi tedeschi – ha continuato – C’è la responsabilità del governo che si mette nei panni dei cittadini e si chiede: ‘Posso permettermi di andare avanti con la campagna vaccinale sapendo che l’Ema si è presa una settimana per verificare se i vaccini sono sicuri e che non ci sia correlazione tra i casi sospetti e il vaccino? La risposta che ci avrebbe reso sicuri sarebbe stata quella che l’Ema ci ha dato una settimana dopo”.
Il primo ministro ha sottolineato che il calo nella somministrazione dei vaccini è durato “solo un giorno”. “Sono scese da 150 a 100mila le vaccinazioni nel primo giorno, compensate dall’utilizzo degli altri vaccini”, ha detto. “La domanda è se quello che è successo avrà un effetto anche in futuro sulla disponibilità a vaccinarsi. Questo dovremo stimarlo nei prossimi giorni e dovremo agire di conseguenza. Forse l’esempio di altri sarà importante, ma credo che alla fine la razionalità degli italiani deciderà su questo. Se ci sarà un effetto mi aspetto che sia temporaneo, compensato dagli altri vaccini”, ha aggiunto Draghi.
Il premier ha concluso la risposta affermando che “l’obiettivo della campagna è arrivare a metà aprile. “Siamo partiti da 69mila ora siamo a 159mila, 165mila dosi giornaliere somministrate, arriveremo a 500mila in aprile e l’obiettivo è arrivare anche a cifre più alte in maggio o giugno. Con una certa prevedibilità questo si può dire per i prossimi due tre mesi, ma tutto il governo e tutta l’Italia è in grande fermento e attività per assicurare che la campagna proceda con la massima capillarità possibile”.