Draghi respinge i veti di Salvini: rispetterà gli impegni col Paese e l’Europa e farà le riforme
Il premier Mario Draghi non ha gradito la “fuga in avanti” del leader della Lega Matteo Salvini, che ieri ha di fatto lanciato la candidatura dell’attuale presidente del Consiglio al Colle, dichiarando che “non sarà questa maggioranza” a fare le riforme indispensabili al Paese per ottenere i fondi europei del Recovery. L’obiettivo di Salvini nel proporre già adesso la candidatura di Draghi al Quirinale (anche a costo di bruciarla) è quello di andare al voto nel 2022, evitando che si arrivi all’anno successivo, quando il sorpasso di Fratelli d’Italia potrebbe essere compiuto e Giorgia Meloni potrebbe prendere il suo posto come leader della coalizione di centrodestra, raccogliendo i frutti dell’opposizione a Draghi.
Il premier è perfettamente cosciente di queste dinamiche, e secondo quanto scrive Tommaso Ciriaco su Repubblica, “nessuno tra quelli entrati in contatto con Draghi negli ultimi giorni e nelle ultime ore nega che l’ex banchiere centrale sia irritato, oltreché preoccupato” per la mossa ostile di Salvini. Il sospetto di Palazzo Chigi “è che la situazione peggiori durante l’estate, con la campagna per le amministrative d’autunno nelle grandi città”, che porterebbe a una posizione del leader del Carroccio sempre più ostile al governo.
Draghi non intende lasciare che sia il leader leghista a dettare i tempi del governo: l’ex presidente della Bce è abituato a completare il lavoro iniziato e intende farlo anche sul Next generation Eu. Le riforme della giustizia e del fisco sono due pre-condizioni fondamentali affinché l’Italia riceva i miliardi del piano europei, e il premier non intende lasciare che vada tutto all’aria, proprio nel momento più delicato per il nostro Paese.
Ufficialmente Draghi si tiene ben lontano dalle polemiche, ma quanto trapela da Palazzo Chigi è che intende rispettare gli impegni presi con il Paese e con l’Europa, senza cambiare il cronoprogramma del governo. Del Quirinale, semmai, si parlerà più avanti. Nel frattempo, l’ipotesi su cui stanno discutendo le altre forze politiche di maggioranza è che si proceda con un Mattarella-bis, in attesa che il presidente del Consiglio concluda ciò che ha iniziato.
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