Il diktat di Draghi ai ministri: parlate solo quando ci sono provvedimenti da spiegare
Comunicare solo quando c’è qualcosa da dire: far parlare i fatti. Il neo Presidente del Consiglio, Mario Draghi, lo disse chiaramente durante il suo primo Consiglio dei Ministri, il 13 febbraio. E da allora non si è mai discostato da questa linea. Tanto da lasciare l’amaro in bocca persino a qualche noto direttore di giornale abituato ad avere con una certa frequenza conversazioni telefoniche con l’allora presidente Bce che un tempo, almeno telefonicamente, era molto più loquace.
Insomma, il mantra è ‘fatti non parole’: “Ringrazio per la stima ma anche questa dovrà essere giustificata e validata nei fatti dal Governo da me presieduto” disse nella sua replica in Parlamento. Poi ieri la “sublimazione” del concetto: dalle dirette ad uso e consumo dei telegiornali delle 20 di Giuseppe Conte alla totale assenza di Mario Draghi, che il suo primo ma forse ultimo Dpcm (appena i tempi tecnici lo consentiranno l’intenzione di Palazzo Chigi e Quirinale è quella di utilizzare i più consoni decreti legge) non lo ha nemmeno presentato.
Ma di là delle enunciazioni generali ci sarebbero state, a quanto siamo in grado di rivelare, anche delle indicazioni ben precise date dallo staff di Palazzo Chigi (sempre con la benedizione di Mario Draghi) per la gestione dei rapporti con la stampa. Ad esempio, durante la formazione del governo era stata data disposizione precisa a tutti i ministri di non rilasciare interviste fintanto che non fossero stati nominati anche i sottosegretari.
Secondo punto ma non meno importante è che i membri del governo, a cominciare dai ministri, potranno rilasciare interviste solamente in presenza di provvedimenti da spiegare; quindi niente chiacchiericcio tanto per avere visibilità mediatica e niente giudizi politici continui. Insomma, toni bassi per tutti. In più Mario Draghi, spiegano fonti di Palazzo Chigi, sta cercando l'”amalgama” tra partiti così diversi e sta utilizzando la comunicazione anche a questo scopo: ad esempio ieri in conferenza stampa ha volutamente messo allo stesso tavolo Gelmini e Speranza, ovvero Forza Italia e Leu. Un modo per costringerli a parlare (prima tra di loro e poi con l’opinione pubblica) ed unire il governo.
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