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Home » Politica

Draghi a Bergamo per commemorare le vittime del Covid: “Lo Stato c’è e ci sarà”

Bergamo, il discorso di Draghi per la giornata in memoria delle vittime del Covid-19

Oggi, 18 marzo 2021, il Presidente del Consiglio Mario Draghi è Bergamo la prima Giornata Nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia da Coronavirus: l’annuncio già nelle scorse settimane ha visto il delinearsi del programma odierno che prevederà anche un breve discorso alla stampa (in diretta video streaming sul canale YouTube di Palazzo Chigi, in su Rai1 e Tv2000) durante la commemorazione per le vittime di Covid.

La giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid è stata fissata al 18 marzo perché esattamente un anno fa i mezzi militari sono stati impiegati per il trasporto delle salme fuori da Bergamo, dove il cimitero cittadino non aveva più spazio per accoglierle. Di seguito il discorso di Mario Draghi a Bergamo.

Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid: il discorso di Mario Draghi a Bergamo | DIRETTA LIVE

Ore 11.40 – Draghi su sospensione AstraZeneca: “Il governo – e lo sapete bene – è impegnato a fare il maggior numero di vaccinazioni nel più breve tempo possibile. Questa è la nostra priorità. La sospensione del vaccino AstraZeneca, attuata lunedì con molti altri Paesi europei, è stata una decisione temporanea e precauzionale. Nella giornata di oggi, l’Agenzia Europea dei Medicinali darà il suo parere definitivo sulla vicenda. Qualunque sia la sua decisione, la campagna vaccinale proseguirà con la stessa intensità, con gli stessi obiettivi.

L’incremento nelle forniture di alcuni vaccini aiuterà a compensare i ritardi da parte di altre case farmaceutiche. Abbiamo già preso decisioni incisive nei confronti delle aziende che non mantengono i patti. Il rispetto che dobbiamo a chi ci ha lasciati deve darci la forza per ricostruire il mondo che essi sognavano per i propri figli e nipoti.

Ore 11.30 – Il discorso di Mario Draghi in ricordo delle vittime: “Lo Stato c’è e ci sarà. Cari bergamaschi avete vissuto giorni terribili in cui non c’era neanche il tempo di salutare i propri cari. Tante immagini hanno colpito l’Italia e il mondo, ma una sola resta indelebile. La colonna dei carri militari. Questo luogo è il simbolo del dolore di un’intera nazione”.

Poi ha aggiunto: “Non accadrà più che le persone fragili non vengano più assistite e protette. Solo così il luogo della memoria sarà il simbolo del nostro riscatto”.

“Non possiamo abbracciarci, ma questo è il giorno in cui dobbiamo sentirci tutti ancora più uniti.  partire da qui, da questo luogo che ricorda chi non c’è più. In questa città non vi è nessuno che non abbia avuto un familiare o conoscente colpito dal virus. Cari bergamaschi, avete vissuto giorni terribili in cui non vi era nemmeno il tempo di piangere i vostri cari, di salutarli e accompagnarli per l’ultima volta. Sono tante le immagini di questa tragedia, che hanno colpito tutti, in Italia e nel mondo. Una su tutte è indelebile: la colonna di camion militari carichi di bare. Era la sera del 18 marzo, esattamente un anno fa.

Questo bosco non racchiude solo la memoria delle tante vittime cui va oggi il nostro pensiero commosso. Questo luogo è un simbolo del dolore di un’intera nazione. Lo testimoniò già, con la sua presenza alla commemorazione del 28 giugno al Cimitero Monumentale, il Presidente della Repubblica. È anche il luogo di un impegno solenne che oggi prendiamo. Siamo qui per promettere ai nostri anziani che non accadrà più che le persone fragili non vengano adeguatamente assistite e protette. Solo così rispetteremo la dignità di coloro che ci hanno lasciato.

Solo così questo bosco della memoria sarà anche il luogo simbolo del nostro riscatto. Siamo qui per celebrare il ricordo perché la memoria di ciò che è accaduto nella primavera dello scorso anno non si appanni. Ricordare ci aiuta a fare buone scelte per la tutela della salute pubblica e per la salvaguardia del lavoro dei cittadini. Ricordare i tanti e magnifici esempi di “operatori del bene” espressi nell’emergenza da questa terra ci dà la misura della sua capacità, del suo sacrificio. Vorrei ricordare gli operatori dell’ospedale Papa Giovanni XXIII.

In questi mesi hanno dato un contributo straordinario di professionalità e di dedizione, spesso pagato con la vita. Vorrei ricordare il miracolo – e non si può definire diversamente – dell’ospedale da campo della Fiera di Bergamo. Allestito in pochi giorni dagli Alpini, dalla Protezione Civile e dagli artigiani volontari. E sostenuto dalla grande generosità dei cittadini bergamaschi.

Il sindaco Giorgio Gori ricorda nel suo libro – che ha come titolo “Riscatto” – anche i mille volontari, ragazze e ragazzi, che hanno aiutato le persone in difficoltà. Il sindaco li ha chiamati, a ragione, i “nuovi mille” di Bergamo. In tutta Italia sono tantissimi i protagonisti silenziosi di questa rete di solidarietà.

Sono tante le figure simbolo della resistenza civile di questa comunità che oggi vorrei ricordare. Ne cito solo alcune: Don Fausto Resmini era il prete degli ultimi. A lui è stato intitolato il carcere di Bergamo di cui era il cappellano. Con lui rendiamo omaggio ai sacerdoti della diocesi bergamasca deceduti per il virus.Tra i sindaci storici di questa comunità, rivolgo un pensiero a Piero Busi, primo cittadino per 59 anni di Valtorta, morto nella casa di riposo che aveva contribuito a creare. E a Giorgio Valoti di Cene, 70 anni, al suo quarto mandato. Tra gli operatori sanitari: Maddalena Passera, medico anestesista. Deceduta a 67 anni poco dopo suo fratello Carlo, medico di base. Diego Bianco, 46 anni, un operatore del fondamentale servizio del 118 della Soreu di Bergamo.Tra le forze dell’ordine, l’appuntato scelto dei Carabinieri Claudio Polzoni, 46 anni. Con loro ricordiamo tutte le vittime della pandemia e ci stringiamo intorno alle loro famiglie.

Ore 11.20 – Giorgio Gori, sindaco di Bergamo: “Manca poco ma non ci siamo ancora, i contagi continuano a salire. Signor Presidente del Consiglio grazie per essere a Bergamo, grazie per aver voluto partecipare alla commemorazione dei nostri morti, 670 solo a Bergamo. Lo strazio di chi ha voluto loro bene. Non c’è bergamasco che non abbia dovuto dire addio a una persona a cui voleva bene. La metà dei nostri morti non figura nelle statistiche ufficiali riguardanti la pandemia. Migliaia di cittadini sono deceduti con i sintomi del Covid ma senza una diagnosi. A marzo del 2020 i tamponi erano pochi. Non avremmo potuto scrivere un memoriale esaustivo. Avremmo sicuramente dimenticato qualcuno. Onoriamo la memoria con un monumento che respira, realizzando un bosco. Le piante saranno 850. Bergamo vuole essere anche città di rinascita e speranza. Confidiamo in una gestione efficiente della campagna vaccinale e nel miglior uso delle risorse europee per la ripresa del territorio. Bergamo non ha mai mollato, invito che rivolgiamo a tutti gli italiani. “Mola mia”, teniamo duro e lavoriamo insieme per futuro migliore.

Ore 11.15 – La delegazione del Comune di Bergamo – con il sindaco Gori – della Regione Lombardia col Presidente Fontana e di Palazzo Chigi con il Premier Draghi, sono giunti Cimitero monumentale della città: qui, presso Parco Martin Lutero alla Trucca, si svolgerà l’inaugurazione del Bosco della Memoria con la cerimonia per la messa a dimora dei primi 100 alberi, il tutto accompagnato dalla tromba dell’artista Paolo Fresu

Ore 11.05 – Il premier Draghi si è recato a Bergamo dove alle ha deposto una corona di fiori al Cimitero monumentale, poi l’inaugurazione del Bosco della memoria.

Leggi anche: 1. Istituita la giornata nazionale per le vittime del Covid: sarà il 18 marzo 2. Le bare di Bergamo sono l’immagine simbolo della tragedia che stiamo vivendo

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