Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 07:44
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Politica

Draghi nomina agli Affari legislativi il giudice “nemico” dei matrimoni gay

Immagine di copertina

Draghi nomina agli Affari legislativi il giudice accusato di essere “nemico” dei matrimoni gay

La comunità Lgbt guarda con preoccupazione alla nomina del consigliere di Stato Carlo Deodato a capo del dipartimento Affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi. Il giudice, che negli ultimi anni ha seguito Paolo Savona prima al ministero degli Affari europei e poi alla Consob (fino a settembre 2020), aveva già ricoperto lo stesso ruolo nel governo Letta, ed era stato braccio destro di Renato Brunetta al ministero della Pubblica Amministrazione.

Ma ad allarmare associazioni e attivisti è la sentenza del Consiglio di Stato di cui Deodato fu relatore nel 2015, che decise l’annullamento dei registri istituiti dai sindaci per trascrivere i matrimoni contratti all’estero. “La diversità uomo-donna è la connotazione ontologica del rito matrimoniale”, recitava la sentenza, che valse a Deodato il soprannome di “nemico dei matrimoni gay” da parte dei movimenti per i diritti civili.

All’epoca la decisione fu accolta con favore dall’allora ministro dell’Interno Angelino Alfano, ma sul profilo Twitter di Deodato furono scovati anche link alle iniziative delle “Sentinelle in piedi” (movimento contro il riconoscimento dei diritti lgbt), e messaggi contro “l’educazione gender”. Il giudice respinse le accuse di parzialità affermando di aver solo “applicato la legge in modo a-ideologico e rigoroso, lasciando fuori le convinzioni personali che non hanno avuto alcuna influenza”.

Dal 2015 Carlo Deodato non ha condiviso altri Tweet contro i diritti delle persone lgbt, e sul suo profilo continua a definirsi “Giurista e cattolico“. Ma chi attendeva la ratifica della legge Zan contro l’omotransfobia in Senato oggi è scettico sul nuovo assetto di Palazzo Chigi. Sul caso si è espressa anche l’ex parlamentare e attivista Vladimir Luxuria che, ricordando la sentenza del 2015, sul suo profilo Twitter ha scritto: “Omofobia al potere”.

Leggi anche: 1. Draghi vorrebbe sostituire l’ambasciatore italiano in Ue Maurizio Massari 2. Draghi e la politica dei due forni (con la “benedizione” del Colle). Niente cabina di regia per il governo 3. Rigoristi contro aperturisti: governo Draghi spaccato. Speranza contro Lega e renziani

Ti potrebbe interessare
Politica / Imane Khelif: "Meloni, Trump e Musk hanno sfregiato la mia immagine"
Musica / Gualtieri: "Invitare Tony Effe è stato un errore"
Politica / Campagna vaccinale anti-Covid, De Luca condannato a risarcire con 609mila euro la Regione Campania
Ti potrebbe interessare
Politica / Imane Khelif: "Meloni, Trump e Musk hanno sfregiato la mia immagine"
Musica / Gualtieri: "Invitare Tony Effe è stato un errore"
Politica / Campagna vaccinale anti-Covid, De Luca condannato a risarcire con 609mila euro la Regione Campania
Politica / Processo Open Arms, Matteo Salvini assolto perché il fatto non sussiste
Politica / Caso Open, prosciolti Renzi e gli altri 10 imputati. Il leader di Iv: “Nessuno chiederà scusa”
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Politica / Il ministro della Difesa Guido Crosetto: “Dobbiamo aumentare le spese militari almeno fino al 2% del Pil”
Politica / Dago a TPI: “Tranquilli, prima o poi, i fasci arriveranno al pettine”
Economia / Ernesto Maria Ruffini lascia l'Agenzia delle Entrate
Politica / “Soldi dal Venezuela al M5S”, l’articolo era diffamatorio e Casaleggio Jr va risarcito: definitiva la sentenza della Corte d’Appello di Milano